domenica 31 luglio 2016

Cantine Fina, cuore di Sicilia


La Sicilia è sinonimo di passione, si sa.
Una passione che trasuda dall’abbraccio del Mediterraneo che con la sua effervescente brezza mitiga una terra dal cuore caldo, forte e generoso. Ma soprattutto una passione che emana dalla sua gente, donne e uomini che sembrano aver stretto un’alleanza vincente con la natura dell’isola, in un reciproco scambio di energia. Da un lato la terra baciata dal sole, scrigno di un’infinità di frutti preziosi, dall’altro la mano di chi sa curare e rispettare ciò che la natura offre, sublimando con la sapienza dell’esperienza il bello e il buono del terreno.
Intere famiglie, intere generazioni qui si dedicano da sempre all’esaltazione della terra. E il vino siciliano, in tutte le sue infinite declinazioni, è il simbolo esemplare dello sposalizio tra uomo e natura.


La Cantina
Sulle pendici delle colline affacciate sulle Egadi, a ridosso di Marsala nel trapanese, troneggia la Cantina Fina, un gioiello architettonico prima ancora che culla di vinificazione. Il profilo arabeggiante e i colori sahariani dell’edificio donano un tocco di esotismo alle curve collinari che, morbide, scivolano giù verso la Riserva dello Stagnone, incontrando la sagoma di Favignana, vera sirena in questo specchio di mare.  
Ciò che contraddistingue fortemente il territorio circostante la Cantina Fina è innanzitutto il microclima che “ispira” i diversi terroir: le vigne ospitano per la maggior parte vitigni autoctoni, quali il Grillo e il Nero D’Avola, e il Perricone, orgoglio siciliano cui la famiglia Fina cerca con tenacia cloni originali per restituire un carattere antico ai propri vini. Vini che infatti posseggono il gusto della passione di chi la terra non la sfrutta ma la rispetta, perché dedicarsi alla vigna non è solo lavoro, è anche amore.

La Famiglia
Il calore familiare e l’esperienza sono ingredienti essenziali che aggiungono qualità alla perfezione della natura. “Carattere” è la parola d’ordine di Bruno Fina e dei suoi figli. Carattere ma anche gentilezza, quella che sprigiona il sorriso aperto di Federica, sua giovane e intraprendete figlia, quando presenta e racconta dei loro vini. Insieme ai fratelli Sergio e Marco rappresenta il futuro dell’Azienda, una promessa tutta siciliana all’eccellenza enologica internazionale.
Il tocco femminile ereditato da mamma Mariella si nota anche negli interni della struttura, elegante, efficiente, che unisce la concezione di modernità al calore dell’accoglienza. Sorseggiare un calice di vino nel “salotto” della Cantina Fina è un’emozione da gustare con la lentezza che i momenti preziosi meritano. Uno sguardo verso il mare, un brindisi da condividere, una promessa: quella di ritornare.
I vini
Dai bianchi ai rossi fino a quelli dolci, i vini Fina rappresentano la sicilianità sublimata all’eccellenza. Dalle note suadenti di spezie e frutta candita di un Kiké Traminer Aromatico, ai morbidi sentori di pesca e mandarino, di rosa e glicine di un Taif Zibibbo, i bianchi Fina innamorano i sensi con vellutata eleganza e invitano al sogno, infondendo un tocco di esotismo al cuore puro di Sicilia.
La personalità dei rossi si fa sentire al primo respiro: il Perricone racconta di ginepro e pepe nero, di confetture di prugne e di ciliegie; mentre il Caro Maestro, dedicato, tradisce una ricca complessità contenuta in uno spessore di grande stoffa, dalla speziatura intensa ma non opulenta, scorrevole e succosa.
El Aziz, ovvero Il Magnifico in arabo, è la sublimazione della vendemmia tardiva del Grillo. Un vino nato per caso, come racconta Federica, anzi per sbaglio, a seguito di un’estate particolarmente calda, quella del 2003, che fece maturare prematuramente le uve. Ebbene, da uno sbaglio una chicca: un nettare dalle sfumature di pesca, ananas, albicocca e vaniglia, aromi morbidi e sensuali che decantano in bocca lasciando a lungo una piacevolezza emotiva oltre che gustativa.
E’ con questo languore avvolgente, con questo abbraccio caldo e famigliare, che la Cantina Fina vi aspetta per condividere insieme
un’esperienza che va oltre il vino ma penetra nell’anima.