sabato 6 agosto 2016

Intimità


L’intimità con una persona di solito è una conquista.
Imparare a condividere spazi e tempi, accettare la vicinanza, il contatto, la contaminazione corporale di una presenza diversa dalla nostra senza provarne vergogna, fastidio, timore ma, anzi, gustandone il piacere, dovrebbe essere una costruzione lenta. Un’educazione al rispetto altrui, un indietreggiare di fronte al proprio egotismo per accogliere le abitudini e le esigenze di questa persona che è altro da noi.
Pelle, respiro, odore, umori, voce, non sempre tutto combacia, anzi!, e non sempre l’intimità corrisponde esattamente a ciò che vorremmo. Meglio forse la libertà, addirittura la lontananza, la solitudine, a volte.
Poi, però, può capitare che per caso, senza alcuna premeditazione ma, al contrario, del tutto all’improvviso, avvertiamo nei confronti di qualcuno una misteriosa attrazione che sfugge alle regole della ragione, della chimica, della fisica. Qualcuno che a mala pena conosciamo e che tuttavia ci chiama come una calamita, in un’irresistibile collante epidermico.
L’intimità a quel punto diventa un’esigenza. Un istinto prima ancora che un’abitudine, un bisogno di condividere tutto. Spazi, tempi, pelle, respiro, odore, umori, voce, in una mescolanza animalesca eppure spirituale, in una sovrapposizione del tutto naturale per quanto difficile da spiegare.
Forse succede quando quella persona ci corrisponde dentro, quando parla la nostra stessa lingua, un linguaggio fatto di suoni, di sogni, di desideri, di paure, di speranze, di silenzi. Un linguaggio fatto di ombre accumulate negli anni, partorite da un sottobosco sommerso, primordiale, che forse tutti posseggono, ma che il pudore ha ricoperto di veli. Veli che tutt’a un tratto volano via permettendoci di accettarci completamente, finalmente, ombre e luci che insieme  diventano colori. 
Spesso occorre proprio l’intimità con qualcun altro per riuscire a stare in autentica intimità con noi stessi. E' come mettere a nudo la propria anima rispecchiandosi nel profondo di un'altra anima.
Forse la soglia da varcare per raggiungere questa naturalezza è questa: andare oltre l’apparente senso del pudore, quel pudore artificiale che obbliga a mentire. Non può essere una scelta ragionata ma un passo nel vuoto: solo così quel millimetro che ci separava dall’altra persona scompare definitivamente e la mescolanza alchemica diventa totale, sgretolando muri, frantumando confini.
Tu sei me. Io sono te. L’illusione è più forte della realtà.

Sappiamo che non è vero ma finalmente sappiamo chi siamo.