martedì 21 luglio 2015

La differenza


Cullata dalle carezze liquide del lago, m’abbandono per qualche lungo istante all’ozio.
Piacevole vizio per pochi privilegiati un tempo, condizione spesso subita oggi. Ma che cosa trasforma l’abbondanza di tempo a disposizione da insofferenza a piacere? Quale la differenza tra vuoto, noia, aridità e pienezza, ispirazione, creatività?
In fin dei conti starsene così lungamente in contemplazione di un panorama che pare essere sempre identico a se stesso - unico accenno di vitalità concesso dal bavaglio dell’afa qualche papera, una coppia di svassi e una famiglia di cigni che sfida la superbia degli umani col suo solenne corteo - potrebbe risultare monotono alla maggior parte delle persone. Eppure, gettando i propri pensieri a capofitto in questo pozzo d'innaturale incanto, ci si può abbeverare di qualcosa di speciale: lo stupore, uno stupore in ogni istante diverso come la luce rifratta da un  prisma, diverso a seconda del calar dello sguardo ... che si posi su una collina o su un filo d’erba, sul profilo della città all’orizzonte o sulla roccia che sostiene il tuo piede. Ed e’ proprio quello – lo stupore - l'alchemico segreto che trasforma il vuoto in pienezza, la noia in ispirazione e l’aridità in creatività.
Così, quando presa da ingenuo slancio emotivo ho sussurrato a chi mi stava accanto “Dio, guarda là che meraviglia!” indicando due buffi svassi appassionatamente coinvolti in una danza di corteggiamento, mi sono sentita rispondere “Embè, che c’è di speciale … son due uccelli che nuotano!” allora, stupita, ho capito la differenza. 
La differenza tra chi sa stupirsi e chi no.
Tra guardare e vedere. Tra noia e ozio. Tra gli altri e me.