giovedì 24 novembre 2016

Pensieri bagnati


Avvolta in una coperta di pensieri, ascolto la pioggia di fuori.
Pensieri bagnati? No, pensieri strampalati.
Penso che esista davvero la possibilità di scappare da tutto senza muoversi affatto, di ritrovarsi catapultati in uno spazio materiale e in un tempo alternativo anche quando si è fisicamente lontani.
Penso che la mente abbia davvero il potere di costruire stanze dove vivere dentro, lontano da tutto, lontano dal troppo. Di alzare muri dove liberarsi nudi, ebbri di peccato, sotto soffitti di nuvole e pareti di vento.
Penso che dentro lì si possa davvero raggiungere la pienezza della vita, planare nei bassofondi dell’animo per raccogliere tutti i residui bui e sporchi di sé e decollare in alto per ricomporre uno splendente mosaico di luce e colori.
Penso, però, che facendo questo volo in compagnia della propria melliflua ombra, si rischi di perdersi nelle viscere dell’inconscio, fagocitati dalle proprie paludi, alienandosi su una zattera di ossa alla deriva del nulla, senza possibilità di approdo.
Ma se si ha la fortuna di essere in due ad entrare contemporaneamente in quella stanza fatta di nuvole e vento, allacciati da un’inspiegabile voce che dice di sì, ecco … penso che allora si possa attraversare il delirio senza paura, fino a sposare la sponda dell’oltre, dove l’insano diventa divino e il peccato diritto. Fino a intuire che la realtà conosciuta sia ben poca cosa rispetto all’ignoto, che l’invisibile sia infinito rispetto al visibile, che l’Io sia niente senza il Noi.
Penso allora che l’assenza sia solo un’eco della presenza.
E infine penso che forse i pensieri di questa sera non siano poi così strampalati ma solo un po’ bagnati.
Bagnati dalla pioggia di fuori che ascolto avvolta in una coperta di pensieri, da qua dentro,

Da questa stanza ricamata dalla mente. Una stanza per due, fatta di nuvole, vento, luce e colori.

giovedì 6 ottobre 2016

Il Matrimonio


Sguardi, saluti, strette di mano, abbracci.
Parole bisbigliate nell’imbarazzante vuoto che lasciano, eppure solenni nella consapevolezza che recano.
Campane al vento. Note d’organo. Profumo di rose.
Volti scomparsi da chissà quanti anni che improvvisamente riemergono come dal nulla, facce scolpite dall’opera del tempo, capelli d’argento custodi di memorie fertili ancora da seminare. Persone sempre esistite, vicine e lontane, perse e ritrovate, improvvisamente insieme, richiamate all’ordine da una volontà superiore, in un giorno che dovrebbe vestirsi di grigio ma che per dispetto si copre di sole.
Un primo pallido raggio basta a scaldare l’umore e gli abiti neri si fanno colore. Un velo bianco scende adagio sulle spalle di tutti e quel profumo d’incenso che soffocava i petti si eleva nell’aria liberando i cuori.
Il sorriso vince. 
Rose bianche senza spine. Sembra un matrimonio, certamente senza fine.

E lui è lì che guarda, che saluta, che stringe le mani. Abbraccia tutti, improvvisamente insieme, in un giorno che per dispetto si copre di sole.

martedì 4 ottobre 2016

Viaggio senza bagaglio


Uno, due, tre … sette, otto, nove.
Silenzio.
Uno, due, tre … sette, otto, nove.
Un altro silenzio. Più lungo stavolta.
La soffice coperta di lana sottolinea il profilo del torace che per nove volte consecutive pompa aria e poi improvvisamente si ferma, come per riprendere fiato dopo una corsa affannosa.
Quella per la vita, forse.
Si ferma e poi silenziosamente ricomincia a pompare, su e giù, sempre fino a nove.
E vien spontaneo a tutti seguire quel ritmo cadenzato nell’aria rarefatta, inspirare, espirare e trattenere il fiato assecondando l’apnea che per un infinito istante precipita il corpo nel sonno.
Ma la coperta si rigonfia instancabile sotto il calore della carne e tutti attorno, insieme, respiriamo il sollievo dell’insperato andirivieni.
La vera coperta, però, non è quella di lana che si riempie e si svuota di speranza. La vera coperta è quella tessuta dalle carezze e dagli sguardi amorevoli di chi veglia attento, testimone di un tempo che non si arresta, ritmato da un sonoro respiro che sarà per sempre scolpito nel cuore di chi resta.
Già, cuore. Sta tutta lì l’essenza della vita, ora che la mente vaga nel suo eterno viaggio senza bagaglio. Un cuore che non si rassegna, che bussa, che respira, che conta.
Uno, due, tre …
Silenzio.
Per sempre.