giovedì 19 giugno 2014

IL COLORE DELL’ARIA: TAMPA E I SUOI CONTORNI


Azzurre come il cielo, turchesi come il mare, verdi come le mangrovie…sono le sfumature della Florida più selvaggia




Atterrare a Tampa, capoluogo della Contea di Hillsborough nella Florida occidentale, infonde una sensazione di rassicurante calma piatta. Sarà per la sua lineare orizzontalità, le sue case basse e allungate che circondano come un abbraccio il centro vitale e commerciale, concentrato in una manciata di grattacieli. Sarà per la predominanza del verde che accoglie e dà fiducia a chi arriva. Gli edifici, infatti, sono alternati da un susseguirsi di laghi, fiumi, specchi d’acqua in cui si riflette l’esuberanza della vegetazione e il cielo terso sfrangiato di nuvole.
La prima sensazione è che qui, nonostante ci si trovi in uno degli Stati più produttivi dell’America (Tampa è la terza città industriale più importante degli USA), sia la natura la vera protagonista, e non l’essere umano. Guardandola dall’aereo, mano a mano che mi avvicino, mi viene in mente un pensiero di Leonardo Da Vinci che considerava i colori come i sentimenti: sfumare i colori sulla tela è un po’ come spalmare i sentimenti nel tempo. Ecco, Tampa sembra una tela tanto è piatta e suscita sentimenti tenui come il cielo e profondi come il mare.
Le due baie su cui si affaccia, la Old Bay e la Tampa Bay, sembrano volerla racchiudere e proteggere dall’Atlantico da un lato e dal Golfo del Messico dall’altro, mentre il fiume che l’attraversa, Hillsborough, pare infondere linfa vitale alle sue membra. Il ponte lungo e affusolato, il Bob Graham Sunshine Skyway Bridge, sembra un sottile filo d’argento che allaccia la città alla Contea di Pinella con le sue spiagge e i suoi villaggi colorati.

I trascorsi spagnoli e inglesi di Tampa sono evidenti soprattutto nella oldtown, dove spicca l’Henry B Plant Museum, ospitato in uno degli edifici vittoriani più imponenti della città, originariamente hotel di gran lusso. Mentre l’eredità cubana si respira piacevolmente nell’Ybor City, un quartiere molto originale, pittoresco in ogni suo anfratto, in cui le strade in acciottolato risalgono al XIX secolo e ancora oggi trasudano di aroma di sigari. Il quartiere nacque, infatti, con la prima manifattura per la lavorazione del tabacco che coinvolse la comunità cubana, abbondantemente presente qui, mescolandola con quella italiana, affine per temperamento e radici idiomatiche. In particolare, insieme ai cubani, sono i siciliani ad aver attecchito qui, con la loro inventiva e la loro nota passionalità, e ancora oggi in tutta la Contea si sente parlare un buffissimo idioma che dondola tra il siculo, l’americano e lo spagnolo.
Sono loro, i miei amici italiani trapiantati qui, a guidarmi alla scoperta della città, dei suoi parchi e delle sue spiagge, un privilegio che al turista comune non sempre è dato. Sono sopraffatta dall’ospitalità che mi viene riservata e l’infatuazione che avevo avvertito per questa città al mio arrivo si trasforma presto in consapevole innamoramento.
Come si potrebbe non innamorarsi del lago, su cui si affaccia la mia stanza: un tappeto di ninfee da cui pudicamente fanno capolino le otarie, mentre in superficie anatre, pellicani, egrets e martin pescatori aspettano pazientemente il pesce di turno. E’ l’incredibile varietà di vegetazione a rendere così altrettanto varia la fauna: laghi, fiumi e mare portano con sé querce e palme, conifere e banani, stimolando così un ecosistema unico per ricchezza. Tutt’attorno ai laghi, infatti, fin sulle strade e sugli alberi, non è raro imbattersi in anatre e egrets insieme a centinaia di scoiattoli che giocano a rincorrersi senza badare alla presenza umana, come se avessero imparato a sopportarla e tollerarla nonostante tutto. Qui a Tampa e nei suoi dintorni è evidente il rispetto dell’essere umano per la natura: gli animali non ci temono e pur stando a distanza di sicurezza non fuggono di fronte al nostro sguardo curioso.

A pochi minuti d’auto dalla città è possibile vivere un’esperienza ancora più entusiasmante se si ama la natura e l’avventura. Il Lettuce Lake Park, aperto nel 1982, è un parco naturale di 240 acri attraversato dal fiume Hillborough e ospita sentieri da esplorare a piedi o in bici e, per i più avventurosi, kayak e canoe per esplorare i segreti della natura dal suo ventre, dal suo cuore. La prospettiva da qui è assai più intrigante: pagaiare morbidamente tra mangrovie e ninfee, in silenzio per non violare la voce dei trampolieri che non si celano allo sguardo, anzi, fieri pare vogliano sfidare il nostro l’ingresso nel regno animale. Così, con rispetto e ammirazione, è facile arrivare quasi a sfiorare uccelli d’ogni foggia e colore, tartarughe scolpite in pose granitiche sulle rocce inondate di sole e poi loro, i coccodrilli, che con occhio vitreo puntano sornioni la canoa in avvicinamento e lentamente scivolano accanto a fior d’acqua procurando un piacevole brivido lungo la schiena. 


Tutto questo è emozionante, soprattutto trovandosi a pochi passi dalla città. Tuttavia, il Lettuce Lake Park non è solo un’indimenticabile avventura per escursionisti di passaggio ma un progetto di mantenimento e sviluppo di un ecosistema preziosissimo che, con le sue 300 specie di piante riconosciute, assicura la sopravvivenza alle centinaia di animali che vi abitano.



I dintorni di Tampa non sono adatti solo agli spiriti avventurieri ma anche a chi cerca la piacevolezza della soffice sabbia sotto i piedi, della brezza tra i capelli, della cucina tropicale e, perché no, anche dell’arte. La Contea di Pinella offre tutto questo.
Da Clearwater a S. Petersburg fino a Fort de Soto un rincorrersi di lingue di spiagge bianchissime invitano a una sosta sotto il sole. Anche da qui si è circondati dalla natura più spontanea e la presenza umana è limitata e rispettosa dell’ambiente: i gabbiani sono particolarmente audaci e voraci, mentre i trampolieri sfilano con la naturale grazie che la loro silhouette impone, mentre in acqua banchi di razze arrivano con le loro ali d’angeli fino ai nostri piedi in cerca di pesce. Non è raro avvistare anche qualche delfino a pochi metri dalla spiaggia e a quel punto ogni appetito di chi, come me, ha fame di natura, è accontentato.



S Petersburg è conosciuta anche per il Dali Museum, un museo interamente dedicato a Salvador Dalì disegnato e progettato dall’architetto Yann Weymouth of HOK. L’edificio, battezzato “L’enigma”, mescola razionalità e fantasia, e con i suoi 1062 triangoli di vetro che riflettono la luce del sole e l’azzurro del cielo sarebbe senz’altro piaciuto al pittore catalano, le cui opere sono molto apprezzate anche qui. Il “giardino matematico” che circonda il museo infonde un senso di quiete e i giganteschi baffi neri insieme alla panchina con l’orologio senza tempo completano l’atmosfera surreale facendo di tutta la struttura un’opera d’arte a sè.   


Anche il corpo tuttavia chiede il suo carburante, non solo lo spirito. Quindi, per gustare qualche piatto particolare della zona si può scegliere tra i tanti ristorantini che da Tampa a S Petersburg offrono pesce e fritti d’ogni tipo, crostacei e tiburon, in particolare lo squalo fritto che pare essere una vera prelibatezza. Se invece si cerca qualcosa di più singolare, dall’eco mediterraneo, si può arrivare fino a Tarpon Springs, un piccolo villaggio a nord di S Petersburg fondato da una comunità greca. Di Grecia qui c’è tutto: i colori pastello bianco-turchese, i profumi di dolci per le stradine, l’artigianato e i ristorantini che offrono il pesce appena pescato e, in particolare, il polpo alla griglia più famoso della zona. Tarpon Springs è tuttavia più conosciuta come la città della lavorazione delle spugne di mare che vengono pescate e manipolate con grande fantasia, tutta mediterranea.


Questo e molto altro è stata la Florida. E nonostante la pienezza di questo viaggio nel sud della Florida, lascio questi luoghi selvatici e poetici con una vaga sensazione di vuoto, sia perché mi mancheranno Tampa e i miei amici, sia perché ci sarebbe ancora così tanto da scoprire e da imparare… Non mi resta altro che partire con la promessa di ritornare, sicura di ritrovare quello stesso colore dell’aria che mi ha fatto innamorare!