lunedì 21 marzo 2016

L'Amore liquido


Ti voglio bene.
Ti amo.
Tu sei fatta apposta per me.
Quante volte nella vita ci siamo sentiti dire queste parole! Quante volte persone tanto diverse tra loro hanno manifestato lo stesso sentimento, lo stesso trasporto, lo stesso bisogno di amare noi.
Noi, proprio noi. Scelti tra centinaia di altri esseri umani a portata di mano, magari più interessanti, più attraenti, più intelligenti, più eccitanti. Insomma migliori di noi!
Com’è possibile che persone tanto diverse possano tutte trovarci “fatti apposta per loro”? e amarci indistintamente allo stesso modo?
E viceversa, com’è possibile innamorarsi più volte nella vita di individui spesso agli antipodi tra loro, per aspetto, carattere, abitudini?
Forse, quel sentimento che ci ostiniamo a chiamare “amore” o “bene”, cercando inconsapevolmente di scolpire in una certezza qualcosa di assolutamente evanescente, non è affatto qualcosa di solido, di cristallino, di definitivo, cui poter dare un nome preciso.
Ma è, piuttosto, un po’ come l’acqua.
Un liquido, un flusso, un fluido che di volta in volta prende la forma del contenitore che lo ospita e lo alimenta. Così come l’acqua si adatta al profilo del letto che accoglie un fiume, allo stesso modo il sentimento amoroso sgorga ineluttabile e s’incanala verso quella persona che in quel preciso momento della vita risponde ai nostri desideri, appaga le nostre aspettative, sollecita i nostri sensori epidermici, chimici, feromonali e intellettuali.
Forse, allora, tanti sono i moti di quel sentimento chiamato “amore” quante sono le persone al mondo che lo coltivano. Ogni volta diverso, eppure sempre uguale e indispensabile.

Come l’acqua. Perché senza si muore.