lunedì 17 settembre 2012

La gioia di vivere



Il grande Matisse, quando si trovava con il pennello in mano di fronte alla tela bianca, con ispirata solennità era solito dire:
“Sono guidato da un’idea che afferro solo mentre cresce con il quadro.”
Ora, non somiglia all’opera di un grande artista, l’Amore?
Anche una storia d’amore, dopo tutto, in origine è non è che una tela bianca. Una tela nuda, spoglia, senza cornice né orizzonte, che, con pazienza, passione e perseveranza, diventa dapprima bozza, poi schizzo, in seguito progetto, fino a crescere pennellata dopo pennellata, con i colori, le forme e le prospettive che i due artisti, gli Innamorati, concertano all’unisono, in un’improvvisazione dei sensi unica e inimitabile.
Come nell’arte, quindi, anche nell’Amore, non bastano la tecnica e il talento degli autori. Occorre un ingrediente fondamentale: la fantasia, tanta, tanta fantasia!
Allora, è possibile sperare di creare insieme un’opera d’arte traboccante di colori, proprio come una delle più belle tele di Matisse, intitolata “La gioia di vivere”.
Perché la gioia di vivere è gioia d’amare e una vita senza Amore sarebbe una vita senza colore. 

2 commenti:

  1. Henry Matisse fu il pittore delle "linee essenziali, della luce e del colore".
    La prosa di Paola Cerana è "matissiana", concetti che toccano l'essenza dei pensieri e poi luci e colori della natura.

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  2. Beh, a seconda di quello che leggo mi capita di sentirmi Proustiana, Milleriana, Simenoniana ...ma non mi era mai capitato di sentirmi dare della "matissiana" per quel che scrivo! Bello, grazie Roberto!

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