giovedì 4 ottobre 2012

Pagamento in natura



Certe case editrici piuttosto importanti sono molto soddisfatte delle mie recensioni. Si complimentano, dicendomi che riesco a dare una seconda vita ai libri e io me ne compiaccio, perché amo il lavoro che faccio.
Sono talmente entusiaste che, ogni volta, mi gratificano omaggiandomi di nuovi libri appena sfornati, da recensire, ovviamente. Così, al loro compiacimento si unisce quello delle riviste che pubblicano le recensioni e anche il mio, lo confesso, che sento il mio narcisistico Ego gonfiarsi sempre più smoderatamente.
In poche parole, vengo pagata ‘in natura’. Tanto che sono sommersa da libri, senza avere più spazio dove riporli.
Ora, mi sorge un pensiero: se anziché scrivere recensioni di libri avessi decantato le qualità di certi dolci, che so, strudel, sacher, cannoli o babà? Sarei certamente obesa, a questo punto, visto che è mia abitudine sperimentare l’argomento di discussione prima di raccontarlo. O, peggio ancora, se avessi dovuto raccomandare le virtù di vibranti oggetti di piacere per solitarie signore insoddisfatte delle proprie relazioni amorose? Non oso immaginare ma di certo sarei esaurita in breve tempo e avrei dovuto chiedere aiuto a un bravo analista per risolvere le mie inevitabili frustrazioni psicofisiche!
In conclusione, posso dire d'essere davvero fortunata. Essere pagata in natura, con i libri, è cosa buona e giusta: nutre senza ingrassare e soddisfa senza peccare! 

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