giovedì 30 gennaio 2014

Amenità



Quando si sta poco bene, capita di sprofondare in una sottile soglia al limite della coscienza in cui il malessere si confonde col benessere. 
E’ quando, per esempio, si soffre di una lieve influenza, in cui pochi gradi di temperatura in più non portano con sé solo la febbre ma anche ricordi, immagini e parole lontane.
Un pianto di una bambina per il mal di pancia, il sapore di uno sciroppo troppo zuccherino, la mano della mamma sulla fronte calda, l’imbarazzo di un padre timoroso della propria impotenza, lo sguardo benevolo di chi ci ha voluto bene e che, come per magia, tutt’a un tratto ritorna a confortarci in questo languido indolenzimento del corpo. 
Ecco, quando si sta così, 'poco' bene, si torna bambini, con la naturale necessità di crogiolarsi in un ideale guscio uterino forse mai dimenticato, caldo e protettivo. Si assapora tutta la preziosità della casa e della famiglia, troppo spesso date per scontate nel frettoloso via vai quotidiano. E vien voglia di dir grazie.
Dovremmo ricordarcene anche quando si sta 'tanto' bene, quando la febbre passa e il languore svanisce ... perché i ricordi, le immagini e le parole buone restano. Anche quando si cresce.  

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