Gli aborigeni australiani hanno
un detto: “I cani ci rendono umani”.
Oggi sappiamo che questo è
letteralmente vero. Dalla preistoria alla storia, l’animale uomo è infatti
diventato quel che è perché si è evoluto insieme ai lupi, poi cani, in virtù di
un reciproco bisogno di sopravvivenza. Il rapporto tra noi e loro è tuttora
indissolubile, anche se le necessità che ci legano sono cambiate: i cani
hanno bisogno di noi innanzitutto per nutrirsi e sentirsi protetti; e noi
abbiamo bisogno di loro per riversare e ricevere un affetto che difficilmente
tra esseri umani si può provare.
Ebbene, io credo che tutti gli
animali, non solo i cani che hanno la sorte di viverci accanto, tutti ma
proprio tutti gli animali ci rendono più umani. A un patto, però: che li
ascoltiamo, li rispettiamo e li amiamo. Altrimenti gli animali diventiamo noi!
Non so se saremo mai in grado di
parlare agli animali come il dottor Doolittle nel suo film, né se loro saranno
mai in grado di risponderci. So però che noi esseri umani possiamo e dobbiamo
imparare ad ascoltarli, facendo un enorme passo indietro rispetto alla
presunzione d’essere superiori. Non è attraverso la grammatica del linguaggio
che dobbiamo entrare in contatto con loro, ma attraverso la grammatica dei
sentimenti e dell’empatia. Così, cercando di accogliere in noi quella
dimensione ancestrale che inevitabilmente ci rende pazzescamente simili agli
animali, potremmo dialogare con loro e rendere una vita più felice sia a loro
che a noi stessi.
Io sono sicura che chi sa parlare
con gli animali è più felice di chi non ne è capace ed è anche molto, molto
meno solo.
E allora, ricordiamocelo
sempre di fronte alle ingiustizie subite dagli animali, dalle nefandezze di chi
ne fa cavie alle crudeltà di chi li abbandona: riflettere e combattere perché queste
brutalità non accadano è un atto di umiltà che ci può davvero rendere fieri
d’essere quel che siamo. In fondo, un tempo anche noi eravamo animali e nell’evolvere in esseri umani abbiamo rinunciato a qualcosa che via via è diventato inutile alla nostra sopravvivenza. Ora, avvicinarsi agli animali, ascoltarli, capirli e rispettarli significa recuperare parte di quel qualcosa perduto, ma non perduto per sempre.