L’accoglienza del Messico è stata
piuttosto scoraggiante, a dire il vero. Una coda d’uragano che ha colpito Miami
ha lambito per qualche giorno anche la Riviera Maya donandole un malinconico
sapore autunnale. Tuttavia i giorni di pioggia, calda come lacrime, sono presto
sfumati nell’oblio, cancellati definitivamente da un sole avvolgente e
penetrante come il chili yucateco.
Un calore avvolgente e penetrante
come l’abbraccio che mi ha accolto al Pavoreal, un resort immerso nella natura
selvaggia alle porte di Tulum, ancora pressoché sconosciuto al pubblico
italiano che continua a preferire l’artificiale lusso di Playa del Carmen
all’imprevedibile bellezza della Terra. Il privilegio d’essere una tra i pochi
ospiti del resort mi ha permesso non solo di sincronizzarmi col ritmo quieto
del cuore messicano ma anche di tessere fili emozionali profondi e sinceri con
le persone che animano il piccolo villaggio.
A loro dedico spontaneamente
queste righe, prima di decantare panorami ed esperienze vissute qui, per
ringraziarli dell’indimenticabile affetto che mi hanno regalato.
Prima tra tutte c’è Angela, la
receptionist dal sorriso d’angelo, sempre disponibile e complice delle
necessità dei clienti. E’ lei, con la sua garbata presenza, che dà il benvenuto
in quest’angolo di paradiso, dove regna sovrana la voce del mare, del vento e
degli uccelli, incontrastati
sovrani del luogo, insieme a draghesche iguane, goffe rane e granchi azzurri.
Serena è invece la jefe del
equipe, il capo dello staff d’animazione, tanto rigorosa nell’organizzare il
programma di lavoro quanto sensibile alle più impercettibili sfumature dei
sentimenti. L’ho battezzata Marlene Dietrich, per via della sua voce calda e
della sua forte carica femminile in scena.
Poi c’è Giulia, che se non
esistesse bisognerebbe inventarla. Lei non danza solo con il corpo, dai
riccioli all’alluce, ma con l’anima e con tutta se stessa trasmette una
vitalità contagiosa cui è difficile resistere. Mi ricorda Jo, di Piccole Donne
Crescono, per la sua incontenibile energia e bramosa curiosità di conoscere il
mondo.
Riccardo è la più recente new
entry del resort e con la sua discreta presenza riesce a risultare comico senza
muovere un dito, anzi…muovendo solo un dito persino quando balla. L’ho chiamato
Mr. Bean, con tutto il rispetto per il suo aspetto fisico, il fatto è che
strappa una risata solo a guardarlo.
Infine, ci sono i due ragazzi che
più di tutti mi hanno toccato il cuore, Jacopo e Andrea.
Jacopo sul palco trasforma il
tumulto delle sue emozioni in movimento, lui non balla semplicemente ma si
racconta e si esprime spremendo l’anima alla ricerca di sempre nuova energia.
Anche se, leggendo alcune sue poesie e racconti, credo che dentro il ballerino
si nasconda il germe dello scrittore, romantico e struggente. Per questo il suo
modo d’essere mi ricorda il delicato misticismo di William Blake.
E poi c’è Andrea, sorriso
angelico e sguardo seducente. E’ votato al musical, lo si sente quando canta,
quando balla ma anche semplicemente standogli accanto perché in lui vibra
l’artista da grande palcoscenico. Mentale e sentimentale, ha la tempra del
conquistatore, di terre e di cuori, per questo mi ricorda il grande Giulio
Cesare.
Ognuno di loro - insieme agli
Chef, ad Alessandro il pasticcere, a José el cocinero habanero màs sabroso de la
Riviera Maya, e a tutto il personale messicano del Pavoreal – hanno trasformato
le nuvole in sole e il vento in un abbraccio. Ognuno di loro ha lasciato
impresso il suo sguardo nella mia mente e la sua voce nel mio cuore e ora
vorrei salutarli così:
Angela, convinci la direzione a
investire di più sul Pavoreal perché realizzi tutte le potenzialità che ha in
sé, lo merita davvero!
Serena, continua a cantare coma
Marlene ma dai meno crocette ai tuoi ragazzi, ti vogliono bene come tu a loro!
Giulia, non spegnere mai quel
sorriso che t’illumina, è un dono raro!
Riccardo, occhio che prima o poi al Dreams s'accorgono che non sei americano e ti becchi un sacco di crocette!
Riccardo, occhio che prima o poi al Dreams s'accorgono che non sei americano e ti becchi un sacco di crocette!
Jacopo, l’amore può far paura ma
è anche una straordinaria fonte d’energia e d’ispirazione: vivilo con coraggio!
Andrea, prima di venire ad
applaudirti a La Scala, spero di rivederti dalle nostre parti, per rinnovare il
prolungato abbraccio che ci siamo scambiati alla partenza!
E siccome le partenze sono sempre dolorose, vorrei asciugare le lacrime
dell’addio con il sorriso dell’arrivederci. Perché, a volte, una semplice
vacanza può trasformarsi in sentimento e non avere mai fine.