Da bambina amavo guardare dentro il caleidoscopio. Immagino che se avessi uno, anche oggi amerei farlo.
Allora non sapevo che la parola "caleidoscopio" significasse "guardare dentro ciò che è bello". In effetti, a pensarci bene, cos'è che affascina nell'infilare lo sguardo dentro un tubo di cartone che inganna la mente con schegge di plastica e geometrie colorate?
La bellezza!
Lì dentro l'immaginazione sperimenta una magia surreale, una realtà che sostituisce la realtà, così bella che per lunghi istanti l'occhio si compiace ipnotizzato da un universo di forme minuscolo e contemporaneamente immenso dove tutto pare possibile.
Lo sguardo così concentrato sulla danza di quei frammenti multiformi e multicolori segue e si perde in un continuo farsi e disfarsi armonico eppure imprevedibile. Con un lieve tocco della mano, ecco che si produce un suono fragrante come la pioggia che cade sulla schiuma del mare. Ed ecco che quell'universo colorato cambia, ruota, sovverte regole e confini, non solo quelli contenuti nel tubo di cartone ma quelli dentro la scatola della nostra mente. Sembra di essere risucchiati in un movimento ineluttabile e infinito e ad ogni circonvoluzione pare di sentire il riposo dello sguardo assorbito nel puro piacere contemplativo. Quasi a chiedere di lasciarsi assorbire per sempre da un cosmo redento fatto solo di forme e del colori. L'essenza della bellezza.
Oggi penso che guardare dentro il caleidoscopio sia un po' come guardare dentro la propria anima. In fondo, la bellezza sta anche nella sorpresa d'imparare a guardare nel profondo, di stupirsi delle cose semplici, spiate attraverso un forellino scavato nel tempo.
Da bambina amavo guardare dentro il caleidoscopio.
Oggi amo guardare dentro la mia anima.