Capita, a volte, di sentire un’inspiegabile attrazione per
qualcuno che non si conosce, o che si conosce appena.
Magari attraverso poche
righe scritte, qualche foto, o qualche scambio di battute nude di voce. Un’attrazione
non banale, che trascende la superficie della pelle e che stringe un dialogo
silente direttamente con la mente.
Forse è una casualità, forse un’illusione, eppure qualcosa
mi dice che quando quest’inspiegabile richiamo verso una persona apparentemente
estranea bussa alla porta della nostra vita, un significato c’è.
L’esistenza è colma
di segni di cui non siamo consapevoli, o davanti ai quali siamo ciechi,
disarmati, impotenti. Bisogna aprire bene gli occhi per coglierli, gli occhi
interiori, quelli della mente o dell’anima…qualunque sia la differenza. Forse
chi si è più avvicinato alla verità, se una verità esiste, è stato
Jung che ha saputo vedere ‘oltre’ e interpretare le pure coincidenze in
coincidenze significative, dando loro un nome: sincronicità.
Ecco allora che immagino quest’attrazione come un fluido
ipnotico sotteso tra due estranei che stranamente si sentono, si cercano, si sfiorano
e a piccoli passi si trovano. Lontani eppure vicini, chiamati a frugare con eccitata curiosità e reciproco rispetto l’una dentro l’altro, senza sapere perché.
Sarà una casualità, sarà un’illusione, sarà una coincidenza...significativa.
Ma io sto pensando a te. E so che tu stai pensando a me.