Tenerezza, eccitazione, nostalgia, languore …
Se i nostri stati d’animo fossero note musicali, comporremmo
tutti vibranti melodie, diverse l’una dall’altra, giorno dopo giorno, minuto
dopo minuto.
Quanti pentagrammi emotivi dettati dal pensiero che, come
uno svolazzar leggero di farfalla, si libra senza sosta ora su un romantico
ricordo ora su un sogno proibito. Pensiero che corre e fugge a se stesso per
poi posarsi con imprudente audacia su quel sottile confine tra fantasia e realtà
che rimescola tutte le note in una folle danza: tenerezza, eccitazione,
nostalgia, languore… E così la musica sgorga nuda in un crescendo impetuoso, protraendo
l’estasi del desiderio fino al limite del parossismo.
Siamo tutti musicisti dei nostri sentimenti. Pur da
analfabeti sappiamo scrivere spartiti sorprendenti su quel soffice leggìo che è
il nostro cuore, cuore che vibra mieloso sottopelle convertendo la forza di
volontà in dolce voluttà.
Ma per ogni musicista che suona, occorre un orecchio che ascolta.
E un altro cuore che sente.