Avvolta in una coperta di pensieri, ascolto la pioggia di
fuori.
Pensieri bagnati? No, pensieri strampalati.
Penso che esista davvero la possibilità di scappare da tutto
senza muoversi affatto, di ritrovarsi catapultati in uno spazio materiale e in
un tempo alternativo anche quando si è fisicamente lontani.
Penso che la mente abbia davvero il potere di costruire
stanze dove vivere dentro, lontano da tutto, lontano dal troppo. Di alzare muri
dove liberarsi nudi, ebbri di peccato, sotto soffitti di nuvole e pareti di
vento.
Penso che dentro lì si possa davvero raggiungere la pienezza
della vita, planare nei bassofondi dell’animo per raccogliere tutti i residui bui
e sporchi di sé e decollare in alto per ricomporre uno splendente mosaico di
luce e colori.
Penso, però, che facendo questo volo in compagnia della
propria melliflua ombra, si rischi di perdersi nelle viscere dell’inconscio, fagocitati
dalle proprie paludi, alienandosi su una zattera di ossa alla deriva del nulla,
senza possibilità di approdo.
Ma se si ha la fortuna di essere in due ad entrare contemporaneamente
in quella stanza fatta di nuvole e vento, allacciati da un’inspiegabile voce
che dice di sì, ecco … penso che allora si possa attraversare il delirio senza
paura, fino a sposare la sponda dell’oltre, dove l’insano diventa divino e il
peccato diritto. Fino a intuire che la realtà conosciuta sia ben poca cosa
rispetto all’ignoto, che l’invisibile sia infinito rispetto al visibile, che l’Io
sia niente senza il Noi.
Penso allora che l’assenza sia solo un’eco della presenza.
E infine penso che forse i pensieri di questa sera non siano
poi così strampalati ma solo un po’ bagnati.
Bagnati dalla pioggia di fuori che ascolto avvolta in una
coperta di pensieri, da qua dentro,
Da questa stanza ricamata dalla mente. Una stanza per due, fatta
di nuvole, vento, luce e colori.