Azzurre come il
cielo, turchesi come il mare, verdi come le mangrovie…sono le sfumature della
Florida più selvaggia
Atterrare a Tampa, capoluogo della Contea di Hillsborough
nella Florida occidentale, infonde una sensazione di rassicurante calma piatta.
Sarà per la sua lineare orizzontalità, le sue case basse e allungate che
circondano come un abbraccio il centro vitale e commerciale, concentrato in una
manciata di grattacieli. Sarà per la predominanza del verde che accoglie e dà
fiducia a chi arriva. Gli edifici, infatti, sono alternati da un susseguirsi di
laghi, fiumi, specchi d’acqua in cui si riflette l’esuberanza della vegetazione
e il cielo terso sfrangiato di nuvole.
La prima sensazione è che qui, nonostante ci si trovi in uno
degli Stati più produttivi dell’America (Tampa è la terza città industriale più
importante degli USA), sia la natura la vera protagonista, e non l’essere
umano. Guardandola dall’aereo, mano a mano che mi avvicino, mi viene in mente
un pensiero di Leonardo Da Vinci che considerava i colori come i sentimenti:
sfumare i colori sulla tela è un po’ come spalmare i sentimenti nel tempo.
Ecco, Tampa sembra una tela tanto è piatta e suscita sentimenti tenui come il
cielo e profondi come il mare.
Le due baie su cui si affaccia, la Old Bay e la Tampa Bay,
sembrano volerla racchiudere e proteggere dall’Atlantico da un lato e dal Golfo
del Messico dall’altro, mentre il fiume che l’attraversa, Hillsborough, pare
infondere linfa vitale alle sue membra. Il ponte lungo e affusolato, il Bob Graham Sunshine Skyway
Bridge, sembra un sottile filo d’argento che allaccia la città alla
Contea di Pinella con le sue spiagge e i suoi villaggi colorati.
I trascorsi spagnoli e inglesi di Tampa sono evidenti
soprattutto nella oldtown, dove spicca l’Henry B Plant Museum, ospitato in uno
degli edifici vittoriani più imponenti della città, originariamente hotel di
gran lusso. Mentre l’eredità cubana si respira piacevolmente nell’Ybor City, un
quartiere molto originale, pittoresco in ogni suo anfratto, in cui le strade in
acciottolato risalgono al XIX secolo e ancora oggi trasudano di aroma di
sigari. Il quartiere nacque, infatti, con la prima manifattura per la
lavorazione del tabacco che coinvolse la comunità cubana, abbondantemente
presente qui, mescolandola con quella italiana, affine per temperamento e radici
idiomatiche. In particolare, insieme ai cubani, sono i siciliani ad aver
attecchito qui, con la loro inventiva e la loro nota passionalità, e ancora
oggi in tutta la Contea si sente parlare un buffissimo idioma che dondola tra
il siculo, l’americano e lo spagnolo.
Sono loro, i miei amici italiani trapiantati qui, a guidarmi
alla scoperta della città, dei suoi parchi e delle sue spiagge, un privilegio
che al turista comune non sempre è dato. Sono sopraffatta dall’ospitalità che
mi viene riservata e l’infatuazione che avevo avvertito per questa città al mio
arrivo si trasforma presto in consapevole innamoramento.
Come si potrebbe non innamorarsi del lago, su cui si
affaccia la mia stanza: un tappeto di ninfee da cui pudicamente fanno capolino
le otarie, mentre in superficie anatre, pellicani, egrets e martin pescatori
aspettano pazientemente il pesce di turno. E’ l’incredibile varietà di vegetazione
a rendere così altrettanto varia la fauna: laghi, fiumi e mare portano con sé
querce e palme, conifere e banani, stimolando così un ecosistema unico per
ricchezza. Tutt’attorno ai laghi, infatti, fin sulle strade e sugli alberi, non
è raro imbattersi in anatre e egrets insieme a centinaia di scoiattoli che
giocano a rincorrersi senza badare alla presenza umana, come se avessero
imparato a sopportarla e tollerarla nonostante tutto. Qui a Tampa e nei suoi
dintorni è evidente il rispetto dell’essere umano per la natura: gli animali
non ci temono e pur stando a distanza di sicurezza non fuggono di fronte al
nostro sguardo curioso.
A pochi minuti d’auto dalla città è possibile vivere
un’esperienza ancora più entusiasmante se si ama la natura e l’avventura. Il Lettuce
Lake Park, aperto nel 1982, è un parco naturale di 240 acri attraversato dal
fiume Hillborough e ospita sentieri da esplorare a piedi o in bici e, per i più
avventurosi, kayak e canoe per esplorare i segreti della natura dal suo ventre,
dal suo cuore. La prospettiva da qui è assai più intrigante: pagaiare morbidamente
tra mangrovie e ninfee, in silenzio per non violare la voce dei trampolieri che
non si celano allo sguardo, anzi, fieri pare vogliano sfidare il nostro
l’ingresso nel regno animale. Così, con rispetto e ammirazione, è facile
arrivare quasi a sfiorare uccelli d’ogni foggia e colore, tartarughe scolpite
in pose granitiche sulle rocce inondate di sole e poi loro, i coccodrilli, che
con occhio vitreo puntano sornioni la canoa in avvicinamento e lentamente
scivolano accanto a fior d’acqua procurando un piacevole brivido lungo la
schiena.
Tutto questo è emozionante, soprattutto trovandosi a pochi passi dalla
città. Tuttavia, il Lettuce Lake Park non è solo un’indimenticabile avventura
per escursionisti di passaggio ma un progetto di mantenimento e sviluppo di un
ecosistema preziosissimo che, con le sue 300 specie di piante riconosciute,
assicura la sopravvivenza alle centinaia di animali che vi abitano.
I dintorni di Tampa non sono adatti solo agli spiriti
avventurieri ma anche a chi cerca la piacevolezza della soffice sabbia sotto i
piedi, della brezza tra i capelli, della cucina tropicale e, perché no, anche
dell’arte. La Contea di Pinella offre tutto questo.
Da Clearwater a S. Petersburg fino a Fort de Soto un
rincorrersi di lingue di spiagge bianchissime invitano a una sosta sotto il
sole. Anche da qui si è circondati dalla natura più spontanea e la presenza
umana è limitata e rispettosa dell’ambiente: i gabbiani sono particolarmente
audaci e voraci, mentre i trampolieri sfilano con la naturale grazie che la
loro silhouette impone, mentre in acqua banchi di razze arrivano con le loro
ali d’angeli fino ai nostri piedi in cerca di pesce. Non è raro avvistare anche
qualche delfino a pochi metri dalla spiaggia e a quel punto ogni appetito di
chi, come me, ha fame di natura, è accontentato.
S Petersburg è conosciuta anche per il Dali Museum, un museo
interamente dedicato a Salvador Dalì disegnato e progettato dall’architetto Yann Weymouth of HOK. L’edificio, battezzato “L’enigma”, mescola razionalità
e fantasia, e con i suoi 1062 triangoli di vetro che riflettono la luce del
sole e l’azzurro del cielo sarebbe senz’altro piaciuto al pittore catalano, le
cui opere sono molto apprezzate anche qui. Il “giardino matematico” che
circonda il museo infonde un senso di quiete e i giganteschi baffi neri insieme
alla panchina con l’orologio senza tempo completano l’atmosfera surreale
facendo di tutta la struttura un’opera d’arte a sè.
Anche il corpo tuttavia chiede il suo carburante, non solo
lo spirito. Quindi, per gustare qualche piatto particolare della zona si può
scegliere tra i tanti ristorantini che da Tampa a S Petersburg offrono pesce e
fritti d’ogni tipo, crostacei e tiburon, in particolare lo squalo fritto che
pare essere una vera prelibatezza. Se invece si cerca qualcosa di più
singolare, dall’eco mediterraneo, si può arrivare fino a Tarpon Springs, un
piccolo villaggio a nord di S Petersburg fondato da una comunità greca. Di
Grecia qui c’è tutto: i colori pastello bianco-turchese, i profumi di dolci per
le stradine, l’artigianato e i ristorantini che offrono il pesce appena pescato
e, in particolare, il polpo alla griglia più famoso della zona. Tarpon Springs
è tuttavia più conosciuta come la città della lavorazione delle spugne di mare
che vengono pescate e manipolate con grande fantasia, tutta mediterranea.
Questo e molto altro è stata la Florida. E nonostante la
pienezza di questo viaggio nel sud della Florida, lascio questi luoghi
selvatici e poetici con una vaga sensazione di vuoto, sia perché mi mancheranno
Tampa e i miei amici, sia perché ci sarebbe ancora così tanto da scoprire e da
imparare… Non mi resta altro che partire con la promessa di ritornare, sicura
di ritrovare quello stesso colore dell’aria che mi ha fatto innamorare!