“… La monotonia
conduce inevitabilmente all’infedeltà …
il campo di battaglia
tra i sessi è il talamo. Non è vero che noi maschietti subiamo un calo del
desiderio rispetto ai diciott’anni. Ne è la prova il fatto che le diciottenni
ci piacciono oggi forse più che allora. Il problema è che spesso troviamo
repellenti le nostre coetanee. Intendiamoci, non è che noi si sia invecchiati
stile Harrison Ford: siamo un tripudio di pance e di calvizie, però chi non è più
indulgente verso sé stesso che verso il prossimo? Senza contare che il numero
di donne che acquisisce fascino con l’età è ridotto: se Sean Connery è
migliorato, lo stesso non si può dire per Ursula Andress…”
È solo un assaggio di uno spassoso saggio scritto con pungente
sarcasmo da Paul de Sury il quale, guardandosi allo specchio si scopre
improvvisamente giunto oltre quella soglia di età che pone sul baratro dell’esistenza
donne e uomini. La mezza età giunge quasi inattesa senza possibilità di fuga e
con essa si acuisce il senso del tempo: da bambini le ore non passano mai, da
grandi diventano granelli di sabbia al vento. Per motivi diversi, e con manifestazioni
diverse, entrambi i sessi soffrono dolorosamente l’avanzare degli anni e per
quanto ognuno di noi possa reagire all’inevitabile con formule più o meno
ostentate, alla fine la rassegnazione alla convivenza con la propria età
anagrafica è l’unica carta che ci resta in mano.
Se la menopausa ha una fotografia di sé ben precisa con
evidenti sintomi fisici e psicologici che inquadrano inequivocabilmente la
donna dentro quell’odiosa fase esistenziale fatta di vampate e crisi di pianto,
l’andropausa è un po’ più nebulosa tanto che i maschietti spesso giocano a
viverla come una protratta seconda adolescenza, con esiti sociali e relazionali
del tutto individuali. Chi si compera l’auto sportiva, chi si mette il
parrucchino, chi si iscrive in palestra, chi al corso di salsa, chi corre
dietro alle ragazzine (i più!) … con buona pace di mogli, figli e nipoti.
Paul de Sury affronta in modo scientifico, ma leggero, il
processo di senescenza virile mettendosi a nudo con gustosa sincerità,
insegnando ai colleghi maschi come
adattarsi progressivamente al deterioramento (esterno) e al rincoglionimento
(interno). In poche parole, come avere sessant’anni e comportarsi da
ventenni!
A far da controcanto alle sue spesso colorite divagazioni,
la voce del Prof. Re Rebaudengo, ordinario di senilità andrologica all’Università
di Torino. Il palleggio tra i due scrittori è assai divertente, un’occasione
per tutti – donne e uomini – per immaginare come saremo o consolarci di ciò che
siamo. In fondo – io credo - un solo pensiero può bastare a farci accettare di
buon grado la nostra vecchiaia: non arrivarci è peggio!