Il kiwi oggi fa parte dei frutti presenti sulle nostre
tavole in ogni stagione, nonostante maturi durante i mesi invernali, almeno in
Italia. Cresce su un arbusto contorto e capriccioso, chiamato ‘actinidia’, che
necessita del talento umano per essere domesticato e produttivo. Il frutto che
ne deriva è anche chiamato ‘uva di Cina’, perché il suo sapore a metà tra
l’aspro e il dolce e la sua consistenza polposa ma acquosa evocano l’uva spina.
Storia
I cinesi, in effetti, conoscevano questo frutto da millenni
e lo consumavano senza averlo mai coltivato. Furono invece i Neozelandesi ad
avviarne la coltura, rendendolo popolare sulle tavole a fine pasto. La
produzione del kiwi su larga scala si consolidò, quindi, in Nuova Zelanda a
partire dagli anni Trenta e il successo del frutto fu dovuto principalmente al
fatto che fosse particolarmente ricco di vitamina C e che fosse facilmente
conservabile in casa o in cantina, purché a basse temperature.
Dopo la Seconda Guerra mondiale, la popolarità del kiwi
accrebbe e la coltura dell’actinidia si diffuse in tutto il globo. Tuttavia,
durante la guerra fredda che vide gli Stati Uniti aspramente schierati contro
la Cina di Mao Tse Tung, prima durante la guerra di Corea e poi quella del
Vietnam, si decise unanimemente che un frutto dal nome ‘uva di Cina’ non
potesse assolutamente comparire sugli scaffali dei supermarket americani. Così,
da allora, il kiwi fu chiamato esclusivamente con il nome con cui è diffuso
oggi. Nome che deriva dal principale paese produttore dell’epoca, la Nuova
Zelanda appunto.
Curiosità
Ma perché si chiama proprio Kiwi? Perché il kiwi è l’emblema
della Nuova Zelanda. Ma la cosa buffa è che tale nome non si riferisce a un
frutto, bensì a un uccello. Un uccello aptero, ovvero senza ali, da cui il suo
nome scientifico apteryx. Il nome dell’uccello, che oltretutto ha un aspetto
molto tenero, è quindi diventato anche quello del frutto, altrettanto
attraente, perché oltre ad essere buono è davvero bello. Per correttezza,
bisogna dire che il kiwi, tecnicamente, è una bacca e non un frutto. La
differenza dipende dalla presenza di tutti quei semini neri all’interno della
sua polpa, tipica struttura delle bacche, appunto. Ciò lo rende esteticamente
attraente nelle sue intime geometrie cromatiche che ricordano i cristalli variopinti
di un caleidoscopio. Bellezza a parte, il kiwi è soprattutto sano. Se mangiato
leggermente acerbo può indurre qualche effetto lassativo, tuttavia è facile
indurre a piacere la maturazione semplicemente tenendolo in casa, in un cestino
accanto a qualche mela. Le mele, infatti, sprigionano etilene il quale stimola
nel kiwi una maturazione naturale. Se si ha un buon naso, basta annusare un
kiwi per intuire il suo stato di maturazione: quando, infatti, è pronto
comincia a rilasciare effluvi piuttosto marcati e vagamente alcolici, e prima
che diventino troppo intensi è tempo di mangiarlo.
Proprietà
Oltre
alle proprietà rinfrescanti e vitaminiche, dovute all’alta concentrazione di
vitamina C, il kiwi ha la fama di possedere un potere antisettico, remineralizzante e
antianemico. Inoltre, aiuta a
regolarizzare la pressione cardiaca e riduce l'assorbimento del colesterolo
cattivo. Anche le donne in gravidanza possono trarre benefici dall'assunzione di
kiwi, in quanto la vitamina C aiuta ad alleviare e prevenire i problemi
connessi alla circolazione sanguigna.
Alcuni studi dimostrano, inoltre, che la vitamina C è in grado di
proteggerci dalla cataratta, il disturbo della vista che insorge quando si
opacizza il cristallino; per prevenire ciò sarebbe, quindi, sufficiente
consumare un paio di kiwi al giorno. La presenza di minerali, quali il ferro e
il magnesio, fa del kiwi l'alimento ideale per sfidare lo stress quotidiano,
mentre l'elevato contenuto di potassio contrasta la depressione e la stanchezza
in generale.
Infine, il kiwi ha poche calorie: 100 gr di
frutto corrispondono a circa 44 calorie. Come dire che il kiwi lascia leggeri
mettendo le ali all’organismo … anche se è un frutto e non un uccello!