Ci sono sere in cui sentire la sua
mancanza è un dolce languore.
Né amarezza per l’assenza, né dolore per
la distanza ma solo un invisibile, caldo abbraccio dove rintanarmi per
crogiolarmi nel pensiero di lui.
Chiudo gli occhi e mi sembra di annusare
l’odore penetrante della sua campagna. Il profumo denso dell’erba tagliata di
fresco, la fragranza della terra rinata sotto l’abbondante pioggia della notte,
il fruscio degli olivi che salutano questo giorno di primavera camuffato
d’inverno … quasi volessero frugare con i rami tra le fronde più basse del
cielo, grattando via le nuvole in cerca di un sole scappato chissà dove.
E mi sembra di sentire il crepitio del
fuoco acceso nel camino, quel camino che sa di casa, di famiglia, che invita a
stare insieme, in un silenzio fatto di baci impazienti e di sguardi eloquenti.
Scodinzola persino lei, la sua fidanzata bionda come la chiama lui,
inconsapevole complice e testimone di un’incandescenza ancor più devastante di un
tizzone ardente.
Così, con gli occhi chiusi, il calore
della fiamma nella mia mente si mescola a quello più morbido del suo abbraccio
sulla mia pelle. E io mi accoccolo, mi arrotolo, mi sciolgo facendomi sempre
più piccola per entrare tutta nelle sue mani grandi dalle carezze gentili.
Questa è una di quelle sere in cui
sentire la tua mancanza è un dolce languore.
Anche la pioggia lo sa e se ne va.
Resta solo il calore. Quello del tuo
invisibile abbraccio.