Sedurre era la sua missione. Fare innamorare, il suo
destino.
“Io sono come le
sabbie mobili – amava dire di sé con la disarmante malizia di chi si finge
vittima del proprio potere - Chi si
imbatte in me sprofonda perdutamente nei voluttuosi meandri del mio essere. E
non ne esce più.”
Ed era vero.
Gli uomini che avevano la ventura di attirare il suo
interesse finivano puntualmente per perdersi in lei, scivolando dentro un pozzo
senza fondo, fatto di passione, di piacere e di amore. Un erotismo raffinato
emanava da un corpo guizzante che pareva disegnato dalla mano perversa di un satiro
gentile. Bellezza e sensualità, dolcezza e animalità si intrecciavano in un
alchemico intruglio dalle note di assenzio, oppio e cantaride. Un cocktail
inebriante, penetrante e devastante che riportava alla giovinezza, alla
felicità, alla vita.
La sua voce era come la sua pelle, velluto.
Il suo sguardo come il suo tocco, fuoco.
Il profumo della sua bocca come il sapore delle sue labbra,
miele.
Quale uomo avrebbe potuto resistere al tentacolare risucchio
del suo desiderio? Nessuno.
Eppure lei, giovane creatura dall’animo felino, era difficile:
sceglieva dal mazzo solo carte molto alte e dettava sempre lei le regole del
gioco. Non era certo l’avvenenza fisica che la sollecitava in un maschio, ma un
qualche cosa di inspiegabilmente intrigante che parla contemporaneamente al
cervello, al cuore e all’utero.
Pochi uomini, in verità, superavano l’esame e meno ancora
riuscivano a mantenere vivo il suo ardore dopo la fiamma prepotente della
prima conquista. Forse li aveva amati tutti, o forse nessuno. Fatto sta che
quando lei si stancava di giocare, gettava via la carta per sempre e ne puntava
un’altra. Mentre loro, come tanti jolly scoloriti, continuavano ad annaspare in
quelle sabbie mobili dense di penetranti umori e di umidi sospiri … innamorati,
persi, sfiniti.
Sedurre era la sua missione. Fare innamorare, il suo
destino.
Ed ora che lei è profondata nelle sabbie mobili della
vecchiezza, resta aggrappata all’unica àncora di salvezza: il ricordo di una
vita vissuta senza rimpianti, nella pienezza di un’eterna giovinezza.