Un silenzio surreale regna in questa giornata speciale.
Speciale perché è festa, il giorno in cui da ogni balcone sventola con orgoglio la bandiera nazionale. Un rosso che accende un cielo
vagamente autunnale ma che presto, con l’arrivo della notte, s’illuminerà di
mille fragorosi colori.
Un silenzio surreale perché pare d’essere lontano da tutto
qui, a due passi da un lago puntinato di sottile pioggia. Nessuna musica,
nessun rombo, nessuna vibrazione artificiale sembra permettersi di giungere fin
qui a violare la quiete naturale. Pare d’essere in un limbo ovattato, protetto
da invisibili mani di fata. Trapela solo il profumo lontano di qualche fuoco a
legna traboccante di succulenti fragranze, profumo che lascia immaginare i
tavoli di legno che ogni paese, ogni lido, ogni grotto qui attorno sta
allestendo per insaporire la festa di piaceri carnali. Ogni comune, dalle
sponde del lago alle cime delle colline, partecipa così nel suo piccolo a
quest’orgoglio collettivo. Sfidando la pioggia e le luci multicolori della
grande città, la vera regina della notte, che sta correndo a farsi bella per la
festa.
Eppure qui, lontano da tutto, a due passi da un lago
puntinato di sottile pioggia, il tempo pare essersi fermato, dimenticandosi per
qualche assurdo sortilegio di questa giornata speciale.
Forse, nel suo piccolo, anche
il lago con la sua immobile quiete partecipa all’orgoglio collettivo:
trasformando una giornata speciale in una qualunque, facendomi capire che
grazie al suo silenzio surreale ogni giornata qui è davvero speciale.