Quante volte ho nuotato in questo lago.
Poco fa, come trent’anni fa! Così tanto tempo è passato e
così poco sembra essere cambiato. La sensazione è di nuotare in uno spazio
liquido, fluttuante, immobile e nello stesso tempo mutevole, mai uguale a se
stesso. Ogni bracciata è in realtà un abbraccio che crea una sorta di amniotica
compenetrazione tra me, il corpo, e lui, l’acqua.
Perché così come l’acqua prende la forma di ciò che la
contiene e la custodisce, allo stesso modo lo stato d’animo s’adatta al corpo
che cresce e si trasforma.
Eppure, queste acque che prendono in prestito il colore
delle colline e la voce dei gabbiani mi regalano l’illusione di essere sempre
la stessa giovane selvatica creatura che nuotava insieme a papere e cigni,
stupita oggi come allora di quanto la Natura sia somma sovrana qui. Anche il
profilo del lago è poco o nulla cambiato, come se la macchina del tempo si fosse
intestardita e avesse capricciosamente tirato il freno a mano.
E lo rivedo il tempo passato su queste sponde. Trent’anni,
un soffio! I primi giochi, le prime avventure, i primi baci … amicizie d’infanzia
ferite, antichi amori ritrovati, nuovi puzzle umani da costruire e curare con viva
dedizione, ora che il valore delle relazioni mi è ben chiaro, insieme al sapore
della solitudine. Fedele alle mie dolci memorie, il lago sembra voler farle riaffiorare mescolandole ai pensieri ormeggiati al presente.
Forse questo abbraccio lacustre che si perde nel mio animo
vuol suggerirmi proprio questo. Che la differenza tra ieri e oggi sta tutta
qui: nella consapevolezza che si ha di sé e degli altri, dei propri limiti e
delle proprie potenzialità, delle relazioni umane vere e di quelle truffaldine.
Quel che non cambia, invece e per fortuna, sono gli slanci sentimentali e la spontanea
vivacità con cui vien voglia di tuffarsi, un’altra volta ancora ad occhi chiusi,
nella speranza, nella gioia, nell’amore, nella vita!
E un’altra volta ancora torno a tuffarmi in questo lago che
mi aspetta, ora che finalmente un po’ mi appartiene. E ora che io, creatura
selvatica non proprio più giovane, finalmente appartengo a lui.