“L’alba ha una sua misteriosa grandezza
che si compone d’un residuo di sogno e d’un principio di pensiero” ha scritto Victor Hugo. Chissà da quale
inafferrabile sogno e indicibile pensiero è stato ispirato il grande scrittore
che, con disarmante leggerezza, ha saputo cogliere il mistero del momento più
fuggente della nostra giornata: quello del risveglio.
Non
tutti si svegliano all’alba, è vero, ma chi ha avuto occasione almeno una volta
di sorprendere la notte farsi giorno, sa quale tenera emozione infonde
quest’effimero sciogliersi del tempo. Non è come il tramonto che, seppur
anch’esso breve, anticipa e prolunga la sua manifestazione attraverso le mille
sfumature del sole. E’ uno spettacolo che si dona a tutti, quello del tramonto,
sfacciato e prorompente. Mentre l’alba è per pochi e sopraggiunge in punta di
piedi, con la sua mistica verginale.
In
ogni caso, svegliarsi la mattina non è mai un atto da poco e ha una sua spiegazione
filosofica tanto profonda quanto sottovalutata. Lo stupore infantile che si
avverte nell’aprire gli occhi e scoprire che il mondo è ancora esattamente dove
lo avevamo lasciato la sera precedente, prima di abbandonarci all’oscuro
emissario del sonno, è la prova di essere di nuovo vivi, frementi, capaci di
pensare, sentire, desiderare, ricordare, amare e tornare a sognare.
Il
risveglio è la rinascita dei sensi dopo la morte del pensiero cosciente. E il
ponte che congiunge la letargia alla veglia è rappresentato dai sogni, quei
fantasmi alati che galleggiano nell’intercapedine tra consapevolezza e
inconsapevolezza. Così, il sollievo di riemergere ogni mattina a uno stato di
coscienza, evoca la sensazione dell’intervento di un invisibile angelo che, provvidenzialmente,
ci afferra dagli inferi per riportarci sulla terra, in attesa forse di
guadagnare il paradiso.
In
fin dei conti, basterebbe osservare dalla Natura per rendersi conto di questo
miracolo che puntualmente ogni giorno si rinnova. E i contadini, i primi veri
filosofi, lo sanno bene. A ogni alba, tutto il Creato si risveglia, non solo
quello umano ma anche quello vegetale: i tuberi si ergono dal terreno, i fiori
si schiudono al primo sole, le foglie leccano le gocce di rugiada, le spighe
s’allungano al vento e le piante stiracchiano radici e rami come fossero arti
intorpiditi assetati di luce e calore.
Ecco,
immaginiamo per un attimo d’essere anche noi esseri umani come tante piccole
piante, che ogni mattina contribuiscono a mettere in moto questo ineluttabile
movimento cosmico, tanto scontato e necessario quanto miracoloso e
inafferrabile.
Noi,
rispetto alle piante, abbiamo il dono di rifletterci su e di raccontarcelo,
anche se magari non sappiamo partorire parole belle come quelle di Victor Hugo.
Sta di fatto che gustare il risveglio con stupore e gratitudine può diventare
un’esperienza esistenziale profonda e gratificante, il primo semplice gesto per
apprezzare ogni giorno la vita.
Si, proprio oggi l'alba è tornata ad essere una palla di fuoco prima rosso, poi giallo e accecante dopo qualche giorno di coperture nuvolose anche a Cannes Marina...
RispondiEliminaLa notte è stata tra l'altro illuminata da un tre quarti di luna che si è distaccata da un'ombra scura verso le 23.00... per ergersi a faro del Golfo.
Un già visto con il piacere della ripetizione, ogni volta personalizzata dalla natura e dalla mente.
E' giovedi, 6 settembre. Apro con una visione rassicurante...
E.
Grazie Enzo di questa poetica condivisione albifera, spero sia anche per te il preludio di una splendida giornata!
RispondiEliminaBellissima questa tua puntuale descrizione dell'alba, cara Paola, un invito ad accogliere il nuovo giorno, anche in senso simbolico...l'attesa dell'Aurora, metafora di Rinascita!
RispondiEliminaUn abbraccio,
Patrizia
Grazie a te, Euridice-Patrizia :) per leggermi e regalarmi un tuo pensiero. Un abbrraccio!
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