Penso
che chi scrive essenzialmente per passione, come me, lo faccia innanzitutto per
rispondere a un bisogno viscerale, prima che mentale. Quello di creare un mondo
su misura in cui poter vivere e non solo sopravvivere.
Un
mondo che quasi mai corrisponde a quello che ci hanno offerto con la nascita,
con la scuola, con le amicizie, con l’amore, con la religione. No, tutto questo
non ci basta, evidentemente! Attraverso le parole architettiamo un mondo nuovo che si
nutre e si abbevera di sentimenti esterni, certo, perché lo strumento principe
dello scrittore sono i sensi che si fanno pensiero. Ma poi, varcata la soglia
di questo microcosmo alternativo, impalpabile ed esclusivo, i sentimenti si
rimescolano secondo una logica nuova, che parla il linguaggio dell’anima, con
una grammatica che si forma mano a mano che viene pensata.
Ecco,
scrivere permette di inventare questo mondo in cui si può creare liberamente
seguendo la propria natura a dispetto delle imposizioni, dei confini, delle regole, degli
stop, dei sensi vietati e dei semafori rossi, creandosi e ricreandosi
all’infinito, finché l’ossigeno basterà al respiro. E quando le parole saranno finite, se mai finiranno, se ne inventeranno di nuove, così come si alimenta il vigore del fuoco soffiando sull'esile fiammella.
Finalmente uno scrittore che conosce e rispetta la sintassi! Belle costruzioni, non solo corrette ma anche armoniose. Raro di questi tempi.
RispondiEliminaE' più raro leggere che scrivere di questi tempi! Grazie a te Roberto!
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