Tra le tante notizie
che scorrono in rete, ne è apparsa una poco fa che mi ha particolarmente
addolorato. Si tratta dell’immagine di un povero cane sofferente cui è stata
amputata la coda con un colpo d’accetta.
Ora, senza soffermarmi
su questa brutalità che ancora oggi viene praticata su molte razze canine,
anche se non con la stessa barbarie grazie al cielo, vorrei cercare di spiegare
perché la coda non è un semplice optional per i cani ma una parte del corpo
fondamentale per una sana vita sociale.
Chiunque abbia un
cane sa che lo scodinzolio è una risposta emotiva a uno stimolo. Non tutti
sanno, però, che lo scodinzolio cambia a seconda dello stimolo e che, quindi,
il modo di muovere la coda esprime il tipo di emozione provata e anticipa la
reazione che il cane avrà di fronte allo stimolo. Quando il cane osserva
qualcosa o qualcuno che suscita una risposta positiva, cioè di avvicinamento
(il padrone o la ciotola della pappa) lo scodinzolio è ampio e scorre da destra
a sinistra, con un’evidente maggiore estensione verso destra. Spesso, in alcune
razze, la coda giunge persino a lambire il lato destro del corpo, tanto è il
vigore con cui viene sventolata. Quando, invece, il cane osserva uno stimolo
negativo (una persona non famigliare o un cane dominante con atteggiamento
aggressivo) lo scodinzolio esprime una risposta di ritrazione, anziché di
avvicinamento, rivelata dal movimento della coda decisamente più accentuato
verso sinistra. Rispetto alla prima reazione positiva, in questo caso lo
scodinzolio è anche meno ampio e insistente.
Questa asimmetria
non è identica in tutte le razze di cani. Facendo un’analogia con l’animale
uomo, potremmo dire che somiglia alla preferenza per l’uso della mano destra,
visto che il 90% degli individui è destrimane mentre gli altri sono mancini o
ambidestri. Lo stesso accade nei cani, per cui lo scodinzolio verso destra di
fronte a stimoli positivi e quello verso sinistra di fronte a stimoli negativi
copre l’80 % circa degli individui, una percentuale comunque alta.
L’analogia con l’uso
della mano suggerisce che la reazione della coda è guidata dal cervello,
ovviamente, perché la parte destra del cervello comanda la parte sinistra del
corpo e viceversa, tanto negli umani quanto nei cani. E questo ha un’importante
implicazione con i sentimenti e le reazioni emotive, visto che l’emisfero
destro è quello fondamentalmente emozionale e quello sinistro razionale. In
realtà i marchingegni cerebrali son ben più complessi, tuttavia queste poche
regole elementari sono sufficienti per dimostrare l’importanza che ha - a
livello di comunicazione e non solo di funzionalità - quel banale pezzo di ossa
e pelo che ogni tanto scodinzola apparentemente a caso. Quel banale pezzo di
corpo che, insieme alle orecchie, noi umani ci ostiniamo ad amputare per
rispondere a ideali estetici del tutto non condivisibili e sovvertibili.
Ora, ditemi, quali
altri modi avrebbero i cani di comunicare tra loro e con noi se non usando il
linguaggio del proprio corpo? Non tutti gli umani sanno guardarli negli occhi e
interpretare il loro pensiero, anche se sono sicura che questo sia possibile,
in una reciprocità comunicativa sorprendente. E non tutti i cani per indole abbaiano,
guaiscono o ululano, ma è certo che tutti muovono le orecchie e scodinzolano. Come
potrebbero, dunque, i cani esprimere gioia, paura, diffidenza, sofferenza,
gratitudine se vien tolta loro la possibilità di utilizzare la naturale mimica del
corpo?
Riguardo per un attimo la
fotografia di quella creatura sofferente cui è stata mozzata la coda con un colpo d’accetta.
Un moto di rabbia mi ruggisce dentro e ora vorrei poter guardare in faccia anche l’autore
di quel barbaro gesto. Mi chiedo chi sia l'animale, lui o il cane. Sento che vorrei punirlo, eppure son convinta che questo
povero cane, al contrario di me, sarà sempre capace di perdonarlo.
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