Certe
case editrici piuttosto importanti sono molto soddisfatte delle mie recensioni.
Si complimentano, dicendomi che riesco a dare una seconda vita ai libri e io me
ne compiaccio, perché amo il lavoro che faccio.
Sono
talmente entusiaste che, ogni volta, mi gratificano omaggiandomi di nuovi libri
appena sfornati, da recensire, ovviamente. Così, al loro compiacimento si
unisce quello delle riviste che pubblicano le recensioni e anche il mio, lo
confesso, che sento il mio narcisistico Ego gonfiarsi sempre più
smoderatamente.
In
poche parole, vengo pagata ‘in natura’. Tanto che sono sommersa da libri, senza
avere più spazio dove riporli.
Ora,
mi sorge un pensiero: se anziché scrivere recensioni di libri avessi decantato
le qualità di certi dolci, che so, strudel, sacher, cannoli o babà? Sarei
certamente obesa, a questo punto, visto che è mia abitudine sperimentare l’argomento
di discussione prima di raccontarlo. O, peggio ancora, se avessi dovuto
raccomandare le virtù di vibranti oggetti di piacere per solitarie signore
insoddisfatte delle proprie relazioni amorose? Non oso immaginare ma di certo
sarei esaurita in breve tempo e avrei dovuto chiedere aiuto a un bravo analista
per risolvere le mie inevitabili frustrazioni psicofisiche!
In
conclusione, posso dire d'essere davvero fortunata. Essere pagata in natura,
con i libri, è cosa buona e giusta: nutre senza ingrassare e soddisfa senza
peccare!
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