"Quando tutto accade ora"
Capita a volte di leggere un libro e pensare: “Accidenti,
questo avrei voluto scriverlo io … è esattamente ciò che ho sempre pensato e
non l’ho mai detto!”
E’ il caso di un avvincente saggio di Douglas Rushkoff, uno
dei pensatori attuali più intriganti circa il rapporto tra tecnologia, società e cultura. In questo suo
libro fresco di stampa, edito da Codice Edizioni e titolato “Presente continuo. Quando tutto accade ora”,
Rushkoff fotografa con cristallina
nitidezza l’intreccio psicologico, spesso subdolo e inconsapevole, che lega la
nostra società ai mezzi di comunicazione digitali. Legame che ha rivoluzionato
il concetto di informazione e la percezione del “tempo”.
Anche se il tema è di moda e rischia di debordare nella
banalità, in questo libro Rushkoff se ne impossessa con l’agilità di un mago
del pensiero, riportando chi legge direttamente dentro i labirinti mentali e
psichici che ci spingono ogni giorno, in ogni istante, nell'abbraccio vitalmortale con una virtualità sempre più reale. La frantumazione del
Tempo in una miriade di periferie parallele, la necessità di vivere tutto
nell’istante stesso in cui tutto accade, è lo snodo cruciale di
interpretazione di questo shock culturale. Se la fine del Ventesimo secolo è stata
caratterizzata dal Futurismo, il Ventunesimo è il secolo del Presentismo. Ci
troviamo nel nuovo “adesso”, o meglio ci illudiamo di trovarci in quel futuro che lo scorso secolo mirava a creare: un istante, un
“click” in cui tutto sembra accadere in tempo reale, senza tregua, senza sosta,
pena il “non-esserci”. In realtà, non c’è alcun “adesso”, perché nei
nanosecondi in cui ci affanniamo a catturarlo attraverso un post, un tweet o un
like, esso s'è già dissolto e a noi non resta che l’affanno a inseguire quello
successivo, in un costante e logorante sbandamento verso la deriva della realtà.
Tuttavia, diciamo la verità, non siamo poi tutti così
ingenui da non accorgerci di quest’inganno (e autoinganno). La rete è pur sempre una rete! Sappiamo benissimo che dietro
l’estemporaneità di un post si nascondono, da un lato, l’ossessione narcisistica
di chi lo produce condannato a voler esserci a tutti i costi, ovunque e per
chiunque, e dall’altro lato, la ben congeniata strategia economica, politica e
commerciale di chi manipola e sfrutta questi meccanismi psicologici di
comunicazione globale. Eppure, la maggior parte di noi se ne frega e si tuffa comunque
nella rete, nell’illusorietà di pescare quell’eterno presente, cui nulla sfugge
e tutto può.
Così, con inquietante ironia, Rushkoff ci sbatte in faccia quel
che prima o poi tutti intuiamo: i fantasmi che noi stessi abbiamo creato attraverso quest'universo d’euforica condivisione di spazi, tempi, desideri e obiettivi,
mettendoci però anche in guardia dai rischi che ne derivano. Gli strumenti di
comunicazione che usiamo, ci trasformano, sempre. E oggi la ricerca
dell’onniscenza digitale, anche quando è consapevole, è comunque una sconfitta:
paradossalmente, mentre siamo indaffarati a tenerci al passo con le notizie che
ci piovono addosso dallo schermo o dallo smartphone, l’informazione stessa
cerca, senza riuscirci, di stare al passo con noi. E’ un circolo vizioso
destinato al fallimento se si mira a una comunicazione aderente al presente,
mentre è certamente un successo se si desidera disperdersi nella nebbia di una
finta realtà, sospesa tra un passato che perde via via valore e un futuro senza
preciso nome.
Rushkoff è tuttavia ottimista, com’è giusto essere, e vede
risolvibile questa tensione tra il "falso adesso" digitale e l’adesso autentico:
basta diventare “programmatori” della propria vita, anziché “programmi”. In fin
dei conti, se vogliamo davvero vivere il presente, se davvero vogliamo
liberarci dalla rete per prendere respiro e accorgersi di cosa veramente ci
succede attorno, accanto, dentro … basta “spegnerci” per un po’.
Basta poco, basta un istante, basta cliccare "Off" e magari leggere un bel libro, come
questo!
Sempre una scelta positiva chiosa anche premesse reali e opprimenti, come "...la ben congeniata strategia economica, politica e commerciale di chi manipola e sfrutta questi meccanismi psicologici di comunicazione globale". Ma esiste davvero questa corrente potente o è "effimera"?
RispondiEliminaCi sarebbe molto da scrivere, ma mi piacerebbe invitare il "chi", il nascosto ideatore di questa "strategia" ad emergere con viso e voce e proporre la sua "strategia" al pianeta intero, perchè oggi manca... anche la tattica di giornata, come nelle trincee della Maginot e del Piave..., fino al tracollo sanguinoso della pace che non conduce al termine della guerra. Forse hai ragione, "basta poco, basta un istante, basta cliccare "Off" e magari leggere un bel libro, come questo! ".