Non ci si abitua mai al dolore.
Ogni volta ti sorprende come fosse la prima.
E sì che l’avevi già conosciuto, l’avevi colto altre volte
nello sguardo di chi cercava, con composto timore, di nascondersi al tuo per
non versare inutilmente la sua tristezza nel tuo cuore.
Ogni volta torna più nero, così, all’improvviso quando tutto
sembra azzurro, come il cinico jolly di un gioco beffardo le cui regole son
note solo al suo diabolico autore. E ti lascia lì, vuoto e inerme, davanti ai
tuoi fantasmi messi in fila come tante candele spente ancora fumanti, a pensare
ai dolori passati, cui hai assistito brandendo un fragile scudo di speranza
che non sai bene se fosse paura, rabbia o banale impotenza.
In ogni caso, il nodo in gola che ti impedisce di
inghiottire quel freddo male che non sarai mai pronto ad affrontare, ti
scaraventa addosso in un secondo tutta la tua vita. La tua e quella delle
persone perse che ti hanno amato e che vorresti riabbracciare un attimo, una
volta ancora, l’ultima come fosse la prima.
Ma allora, pensa. Fermati, apri gli occhi e affonda lo
sguardo dentro lo sguardo di chi forse non vuole nascondersi al tuo, perché
dopo tutto la sua tristezza non è un peso nel tuo cuore ma è solo il prezzo
dell’amore. Forse è proprio questo l’immenso abbraccio che vorresti dare per
stringere in un solo afflato tutti gli affetti che sopravvivono in te. Quel
patto tra sguardi è la condivisione di un momento triste che passerà superando
se stesso e che germinerà altre emozioni, nuove, improvvise, culla a loro volta
di altre emozioni altrettanto vive. Sconosciute persino al diabolico
autore del gioco beffardo che guida verso l’ombra del misero capolinea. Armato
dei suoi macabri jolly, forse, ma incapace di sconfiggere l’amore per gli
altri, l’amore per la vita. Perché quello non è un gioco dettato dai dadi ma
l’unico mezzo per arrivare vincenti al traguardo.
E allora, sguardo nello sguardo, uniti in un abbraccio, diventa
chiara una cosa.
Non ci si abitua mai al dolore, è vero, perché l’amore ha un
prezzo. Ma non ci si abitua mai neanche alla gioia, perchè l'amore premia. E quel nodo in gola che ti paralizza
di fronte a un male che non sarai mai pronto ad affrontare soccomberà ogni
volta di fronte al tuffo al cuore che puntualmente, capricciosamente e inesorabilmente
ti riporterà sempre ad alzarti, a guardare avanti e a mordere la vita.
Insieme.
Paola, il tuo urlo contro il silenzio mi spaventa, mi auguro che sia solo parziale e contingente, incapace di paralizzarti. La conclusione mi rende ottimista: alzarti, guardare avanti e mordere la vita. Con chi ami.
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