Silenzio. Gli occhi chiusi.
Un respiro sottile come un filo di seta cuce la realtà
al sogno, il passato al futuro, nella condanna inclemente del presente.
Nell’impossibilità di parlare, di guardare, di muoversi,
solo le mani possono esprimere la consapevolezza del solenne momento malcelato da un lenzuolo bianco.
Una stretta energica, tenace, piena di vita perché tutta la
vita ormai si concentra lì. In quel palmo di mano che si aggrappa a quello di
chi resta, impotente, a raccogliere quella preghiera inespressa.
Una stretta
che racconta la pienezza di un’esistenza giunta ormai al capolinea, un’esistenza
che si sbriciola lentamente, inesorabilmente come sabbia tra le dita.
Era granito e ora è sabbia.
In quel palmo di mano tutte le parole, le immagini, i
ricordi, i sogni, le speranze di una vita. Un lascito prezioso che chi resta
raccoglie tra le sue sconsolate mani e trasforma in commossa gratitudine.
Silenzio. Gli occhi chiusi.
Per sempre.
Nessun commento:
Posta un commento