“In un’epoca in cui la creatività è sovrana, persino le
feci possono trasformarsi in oro!”
Questo pensiero un
po’ perverso è di un ex banchiere cinese, Eric Wang, il quale ha voluto
dimostrare al mondo, con i fatti, l’autorevolezza della sua provocatoria
affermazione.
Wang si definisce un
muckcraker (letteralmente colui che scava nello sporco e nello
scandalo) all’inseguimento dei suoi sogni. E, a quanto pare, lui i sogni
non solo li ha inseguiti ma ha saputo trasformarli in un vero business.
Ispirato da un
fumetto manga, Wang ebbe l’idea, qualche anno fa, di vendere per le strade
della sua città gelati al cioccolato, serviti in coni simili alle tazze da
bagno! In un solo giorno riuscì a vendere più di mille coni, o meglio … tazze,
a 30 dollari taiwanesi l’uno, ovvero molto più di un normale gelato.
Elettrizzato dal successo di quell’idea apparentemente un po’ morbosa, pensò,
quindi, che valesse la pena sfruttarla fino in fondo.
Perché non creare un
intero menu ispirato alle necessità corporali e ambientarlo in un locale
adeguatamente evocativo?
Ecco come sono sorti
i popolarissimi ristoranti-toilet,
che dal 2004 si sono moltiplicati da Taipei a Hong Kong, da Taiwan a Shenzhen,
e che continuano ad accumulare un clamoroso successo, proliferando ovunque, non
solo in Asia. Si è affermata, così, una vera e propria catena di locali di
tendenza, chiamata “Modern Toilet
Restaurant”, locali che esprimono, senza possibilità di dubbio, lo spirito
- se così si può dire – provocatore e irriverente dell’atmosfera che offrono.
L’ambiente è
accogliente, informale e riproduce in tutto e per tutto una grande stanza da
bagno pubblica. Gli avventori si accomodano non su normali sedie, bensì su veri
e propri water (normalmente chiusi!); i tavolini sono in vetro trasparente e
poggiano su lavandini, con tanto di rubinetteria e porta sapone; al posto dei
tovaglioli ci sono dei porta rotoli (di carta igienica, ovviamente!); ogni
portata viene servita dentro a grandi piatti a forma di mini water (più comodi
dei normali piatti, perché arrivano quasi all’altezza di bocca!), tutti
fantasiosamente dipinti e decorati con elementi floreali e marini; infine, le
bevande sono contenute in mini pitali di plastica da cui si attinge con una
cannuccia, offerti ai clienti, al termine del pasto, come simpatico souvenir in
ricordo di una cena di sicuro successo!
Tutt’attorno, sui pavimenti e sulle pareti, piastrelle dalle tinte color
pastello danno all’ambiente una ventata di allegria, di leggerezza e, perché
no, di profumo.
Naturalmente anche i
cibi hanno forme, colori e presentazioni coerenti con l’atmosfera un po’
trasgressiva. Facile immaginare, quindi, un delizioso dessert di cioccolato,
servito su un letto di morbida crema, magari spruzzato di caldo caramello, che
scivola denso a lambire il contenitore. Dessert davvero goloso se non fosse per
il nome sfacciatamente evocativo (che per decenza ometto) e per l’orinatoio,
altrettanto eloquente, che lo accoglie.
Insomma, se lo scopo
del creativo signor Wang era quello di scioccare e confondere i sensi in un
ossimoro di gusto e disgusto, probabilmente ci è riuscito. Forse, però, nemmeno
lui si aspettava che la sua idea un po’ grottesca piacesse tanto.
I clienti
affezionati dei Toilet Restaurants sono soprattutto giovani asiatici, curiosi
di novità e stanchi dei soliti rigidi rituali. Giovani che hanno voglia di
divertirsi, di prendersi un po’ in giro e, forse, di esorcizzare i problemi e
le bruttezze della vita.
Dopo tutto non
dovremmo scandalizzarci di fronte a simili eccessi. Il senso del pudore dei
Cinesi ha radici culturali molto diverse dalle nostre: rivela una schietta
nonchalance nei confronti delle funzioni corporali più intime e una propensione
naturale alla condivisione di momenti, per così dire, privati. Ma pare che,
sempre più spesso, anche gli occidentali siano, incuriositi e contagiati da
questo nuovo modo di stare insieme, tanto che, fuori dai Toilet Restaurants
s’infoltiscono lunghe code alimentate anche da turisti che prenotano con molti
giorni d’anticipo, per evitare di trovare tutti i water occupati proprio
quell’unica sera in cui, magari, loro sono liberi!
A sentire chi ha
provato quest’esperienza, pare che tutto sia davvero impeccabile e appetitoso
nei Toilet Restaurants: dal servizio (senza doppi sensi!) all’igiene, dalla
qualità del cibo all’originalità dei piatti, fino ai prezzi contenutissimi,
davvero concorrenziali.
Insomma, se gli
Orientali sono maestri nell’imitazione e nella contraffazione, in questo caso
si sono dimostrati assolutamente originali e innovativi. Tanto che sono stati
gli Europei, questa volta, ad aver rubato loro l’idea geniale.
A Oporto, in
Portogallo, è stato infatti inaugurato, nel 2007, il primo ristorante
occidentale in versione stanza-da-bagno. Si chiama W’Duck e si trova nella vecchia Sapataria, al 245 di Avenida de
Républica: l’ambiente è raffinato e suggestivo, curato in ogni dettaglio, tanto
da riuscire a tramutare la volgare intimità in sensuale eleganza. Qui, i water
diventano futuristici troni e i veli di carta igienica sembrano fazzoletti
merlettati. Immagino musica fusion soffusa in sala, luci basse e ammiccanti,
cameriere e maitre in abbigliamento provocante e, probabilmente, anche un conto
decisamente salato a fine serata, anziché un pitale in plastica come souvenir.
Naturalmente, qui, come in ogni toilet di lusso che si rispetti, non poteva
mancare la vasca da bagno, accogliente, calda e profumata, dove, al termine
della cena, ci si può immergere, sorseggiando una coppa di champagne e
svuotando liberamente la testa – prima ancora del corpo - di tutti i pensieri,
possibilmente in dolce compagnia!
Non posso concludere questo
inusuale argomento senza una confidenza personale e un suggerimento scherzoso:
la confidenza è che, per quanto mi riguarda, non sento alcuna attrazione verso
questa bizzarria culinaria-ambientale e ribadisco la mia preferenza per i piccoli ristoranti appartati, le
cene romantiche a lume di candela e la giusta compagnia, più che sufficienti a
stuzzicare fantasia e golosità. Il suggerimento è, invece, per coloro che, a
differenza di me, decidessero di andare in uno dei locali di Wang il muckcracker. Stando lì, cercate di evitare, per quanto possibile, di
chiedere dov’è la toilette, perché rischiereste di sentirvi rispondere: "Ci siete seduto sopra, signore!”
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