Credevo di aver letto ormai tutto
di Sigmund Freud. E invece no!
Ecco che per caso, sfogliando un
libro recente di psicoanalisi, m’imbatto nella citazione di un titolo che manda
letteralmente in subbuglio le mie papille mentali: “La cucina del Dottor Freud”. Una vecchia edizione di Raffaello
Cortina, esattamente del 1985, che ancora riporta in quarta di copertina il
prezzo in Lire, fantastico! Lo devo avere … lo ordino … è mio!
E’ stato merito di James Hillman
il ritrovamento di questo golosissimo malloppo freudiano - titolo originario “Freud’s
own Cookbook” - completamente dedicato a ricette di cucina raccolte a tema
e piluccate qua e là durante i viaggi, gli inviti ma anche le sedute analitiche
del Dottore che, evidentemente, oltre ai sogni annotava i menù dei suoi
pazienti. Ricette raccontate con dovizia di dettagli e soprattutto introdotte e
chiosate da aneddoti divertenti, spesso pungenti o piccanti, nello stile impeccabile
dello “scrittore” Freud.
E’ inevitabile, infatti, in
queste pagine l’intreccio tra il piacere del sesso e il piacere del cibo – di cui
la bocca è la sublime sintesi - raccontato con un’ironia e un’autoironia
talmente raffinate da trasformare il vecchio e severo padre della Psicoanalisi
in un amabile e intrigante intrattenitore, con cui magari sperimentare in
intimità qualche seducente ricetta!
Del resto, questo era lo scopo di
Freud quando in tarda età scrisse questo manoscritto, il quale “ … vuole essere un contributo al principio
del piacere nella vita quotidiana. Sembra già quasi un secolo da quando la
psicopatologia venne esplorata e analizzata. E adesso basta! Alla mia età chi
vuole ancora sentir parlare di seccature? Di problemi ne ho avuti fin troppi.
Pensare invece a un buon piatto, al menù di domani, alla possibilità di
appagare ancora un desiderio, questa è la fonte e la soddisfazione di una lunga
vita ben vissuta.”
… To be continued …
...ti posso citare al mio https://paolazan.wordpress.com/2016/12/14/robot-e-lossessione-enogastronomica/ ? saluti solidali, p
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