Come dentro una fiaba. Acqua, aria e silenzio…
Il bozzolo di nuvole piano piano si dissipa e il lago si
risveglia con un’aria vagamente ottobrina che tutt’a un tratto fa dell’estate
un ricordo.
Eppure la pioggia albifera deve avergli regalato gioia, non
tristezza.
Sono gli umani a subire un sentimento ombroso di fronte all’inatteso
grigiore del mattino che ruba il sorgere del sole. Gli animali al contrario si
beano di quel dono, l’acqua del cielo che sposa l’acqua del lago. Per questo
forse oggi sembrano cantare in maniera diversa.
La famiglia di svassi pare più arzilla, i due piccoli
sembrano pazzerellare di vita e ha dell’incredibile che da due creaturine così
minuscole possa levarsi una voce così potente!
L’airone cenerino, che di solito
riposa sornione sul pontile, spicca il volo con un grido stridulo che
echeggia a lungo nell’aria. L’eleganza del suo battito d’ali sfida quella dei
due cigni, troppo impegnati nella loro bianca danza per curarsi di quel principe alato.
Anatre e folaghe, nella loro buffa modestia, punteggiano il lago a
manciate e sembrano chiacchierare tra loro come le comari che si ritrovano la
mattina al mercato di un qualunque paesello di campagna.
Mentre i gabbiani
volteggiano bassi, con canti insieme ridenti e lamentosi, ognuno a caccia del
suo pesce che curioso guizza ardito in superficie per spiare il mondo
capovolto.
Un mondo che sembra una fiaba. Acqua, aria e silenzio…
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