Rileggendo a distanza di anni “Ricette immorali”, un delizioso pamphlet gastro-erotico di Manuel
Vàzquez Montalbàn, mi rendo conto di come i sensi si affinino con l’avanzare
dell’età e anche una lettura può cambiar sapore. Crescendo (ma non troppo) i sapori s’accendono,
diventano più intensi, corposi, sanguigni, penetranti … altro che quando si era
giovani!
Sapori eccitanti, trasmessi anche dalle parole scritte.
Parole imbevute di malizia e trasgressione, anche quando si parla di cibo e di
cucina, come in questo libro, che induce alla lascivia e al tradimento sin
dalle prime pagine. Perché il gusto del proibito, si sa, è irresistibile. Una
lettura adultera, insomma, febbrilmente sospesa tra i fornelli e le lenzuola…
E mi rendo conto che uno dei fattori che qualificano il
piacere, sia in cucina, sia a tavola, sia a letto, è il Tempo. Così come l’età
incide sul saper assaporare, gustare e apprezzare le situazioni in un
voluttuoso rimescolamento di esperienza e novità, anche lo scorrere del tempo
durante la preparazione di un piatto, ovviamente condiviso, crea una
dilatazione estremamente vertiginosa del desiderio, che da illibato istinto può
farsi vorace peccato.
Cucinare insieme rappresenta l’apoteosi del petting. Quel
continuo sfiorare di mani, di anche, di pelle, di respiro … quel costante
annusare, assaggiare, leccare … quello scambio di mugolii di piacere, che
soppesano piccanti fragranze e dolci armonie senza tuttavia tradire mai il linguaggio gastronomico
per quello esplicitamente erotico. Insieme, si parla di cibo, si maneggiano
pentole, si preparano piatti, eppure …
Eppure, la cucina è l’anticamera del piacere sessuale, se
tra due anime c’è intesa viscerale. Quella complicità inspiegabile che strega e
che con la sua mano invisibile, profumata di seduzione, accompagna due corpi
carnosi verso lo stesso liquido destino.
E, come scrive Montalbàn, la cucina strumentalizzata alla sessualità deve avere il suo giusto
tempo a tavola, né più né meno. Un lungo incontro a tavola e un dopotavola
lungo allontanano l’oscuro oggetto del desiderio.
Sono assolutamente d’accordo. Da parte mia, aggiungerei che
ancor più stuzzicante sarebbe un incontro moderatamente lungo esclusivamente in
cucina, anziché a tavola, un ‘luogo temporale e spaziale’ che ricami insieme la
trama farcita degli ‘antipasti’ con la degustazione cremosa del ‘dessert’!
Peccato non cedere all’appetito, a questo punto, perché la
frontiera sfiziosa che separa i fornelli dalle lenzuola rappresenta il
privilegiato punto di non ritorno per chi ama la vita.
Proibito , anzi, immorale sarebbe
negarselo!
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