Se andare a scuola non è sempre un diletto, lo diventa frequentando
l’Istituto Paul Bocuse di Lione - Scuola di Management, Hotellerie,
Ristorazione e Arte culinaria - che porta il nome del suo fondatore (insieme a
Gérarde Péllisson). Non costretti al banco col grembiule nero, bensì
elegantemente in piedi in toque blanche
tra sofisticati strumenti di cucina e prodotti eccellenti, accanto ai migliori
maestri del gusto e del savoir faire.
Non poteva essere che
Lione la sede dell’Istituto. Città palpitante d'arte e
di storia, è rinomata anche per la qualità dei suoi bouchon, le trattorie tradizionali il cui nome
deriverebbe dalle insegne poste alla soglia delle antiche locande: un fascio (bouchon)
di paglia e fieno che nell’antichità segnalava al viandante l’offerta di un
ottimo pasto.
All’interno del Royal Hotel – storico palazzo affacciato su Place Bellecour,
nel cuore della città – si è così consolidato questo sposalizio d’eccellenza
tra hotellerie e didattica, una formula che sintetizza al meglio due fiori
all’occhiello di Lione: l’arte e la cucina, appunto. E’ dal 2003 che l’Istituto
Paul Bocuse ha assunto la gestione del Royal Hotel e il 5 novembre di
quest’anno sono stati ufficialmente inaugurati il “restaurant-école l'Institut” e l’”École de Cuisine”. Al primo piano
dell’Istituto, in una graduale ascesa verso la trasparenza delle linee e
l’essenzialità delle forme, sono accolti gli amateur gourmands che desiderano imparare le astuzie e i
virtuosismi di mano dello Chef Philippe Jousse, esempio di pregio della Scuola.
Con sorriso charmant incoraggia gli aspiranti chef ma con sguardo severo li
dirige verso il rigore della perfezione.
Se il talento è una dote da coltivare, la tecnica è un esercizio che non
si può improvvisare. Per questo, ogni anno, oltre 450 studenti di 40
nazionalità diverse, terminato il liceo scelgono l’Istituto Paul Bocuse – che
dal 2010 vanta una sede anche a Shanghai - per trasformare il proprio
potenziale genio in professione e un sogno in realtà. L’Istituto, infatti, non
è una nicchia didattica chiusa nella sua stessa eccellenza ma una porta verso
sbocchi lavorativi certi, forte del partenariato con università internazionali.
I certificati conseguiti qui sono legalmente riconosciuti ed equiparati a
lauree universitarie, quindi rappresentano un passaporto esclusivo per una
figura professionale ovunque nel mondo. La selezione degli studenti si basa su
un perfetto equilibrio tra cultura generale, originalità e personalità, qualità
non facilmente misurabili ma salienti all’intuito degli esperti reclutatori.
Come spiega il Direttore Generale dell’Istituto – Herve Fleury – le
parole d’ordine sono “rispetto, esigenza, generosità, etica” e la missione è
unire la tecnica al savoir faire, perché cucinare, servire e mangiare
rappresentano tre momenti intimamente connessi che si esprimono con un
linguaggio da imparare e trasmettere. Il piacere della tavola, infatti, non
nasce e finisce dentro un piatto: passa attraverso la sensibilità delle mani di
chi cucina, si sviluppa nell’eleganza di chi serve a tavola e si celebra negli
occhi, nella bocca e soprattutto nella mente di chi gusta il piatto. Per questo
l’Istituto Paul Bocuse pone grande attenzione al tessuto psicologico e
all’atmosfera contestuale del ‘mangiare’, affinché gli studenti laureati non
sappiano semplicemente cucinare ma gratificare tutta l’esperienza sensoriale
dei commensali. Con questo obiettivo, è essenziale che ricerca e innovazione
arricchiscano continuamente la tradizione culinaria che l’Istituto vanta.
Borse di studio e incentivi sono a disposizione dei giovani che
intendono investire qui sul proprio talento. E oltre ai tradizionali corsi
accademici, l’Istituto propone seminari professionali per adulti, di 3 o 6
settimane, e mini corsi di uno, due o tre giorni, per amatori, turisti o
semplici buongustai.
Un motivo in più per visitare Lione e sfidare i tanti bravi Chef della
città, destreggiandosi personalmente ai fornelli. Se poi si desiderasse
alloggiare al Royal Hotel – primo “Hotel École” d’Europa - si avrà la possibilità di assaporare in
un solo contesto l’eleganza dell’accoglienza e l’esperienza della Scuola di
Cucina. Imperdibile, infine, una visita al mercato “Halles
de Lyon-Paul Bocuse”,
tra i profumi e i colori appetitosi dei prodotti locali, dove lo Chef faceva
regolarmente la spesa per rendere unici i piatti del suo ristorante.
Chi è Paul Bocuse?
Paul Bocuse, grande Chef lionese premiato con tre
Stelle Michelin, è il “Papa della cucina”.
Personaggio emblematico, con la sua aura stellata continua a contagiare i
giovani talenti che a lui s’accostano per imparare la sua arte. Il “Bocuse
d’Or” è, infatti, il concorso culinario più prestigioso al mondo che si tiene a
Lione ogni due anni.
Nato a Collonges-au-Mont, ridente
paesino situato alle porte della città, eredita il suo talento dai genitori, a
loro volta eredi di una dinastia di ristoratori, dal lontano 1765. Ad avviare
inconsapevolmente questa fruttuosa attività e a dar vita alla gloriosa dinastia
di cuochi Bocuse pare sia stata una donna di grande carattere, che gratificava
chi portava i sacchi di grano al mulino con saporosi piatti. Chi ha dato il
prestigio definitivo alla dinastia di Chef è stato il padre di Paul, George, laorando
nei più celebri hotel di Francia. Il piccolo Paul già a otto anni aiutava la
mamma nella cucina dell'Hotel du Pont di Collonges e, dopo circa sei anni, era
già il regista dei fornelli.
Da allora, Paul Bocuse ha intrapreso
il suo viaggio di grande Chef, interrotto solo dalla Guerra. Ha lavorato al Lucas Carton, un prestigioso ristorante in Place de la Madeleine
in 8° arrondissement di Parigi, con il grande chef Richard Gaston. Nel 1950,
con tre amici ha formato una squadra nel ristorante La Pyramide in Vienne,
vicino a Lione. Nel 1961, ha vinto il sostegno di Meilleur Ouvrier de France e
nello stesso anno ha vinto la sua prima stella Michelin, seguita dalla seconda
nel ‘62 e dalla terza nel ’65. Il resto è storia
recente, anzi futura, grazie all’Istituto destinato a costellare di nuove
stelle il firmamento dei grandi cuochi.
La cucina continua ad essere per Paul
Bocuse un’irrinunciabile ragione di vita: l'ha promossa e innovata,
contribuendo alla nascita della
Nouvelle Cuisine.
Memorabile è una sua
affermazione, di cui noi italiani dovremmo far tesoro: “L'egemonia della cucina francese durerà sino al momento in cui gli
chef italiani si renderanno conto dell'enorme patrimonio che hanno a
disposizione, sia dal punto di vista delle materie prime sia dal punto di vista
delle innumerevoli sfaccettature delle tradizioni”.
Il ritratto che hai pubblicato di Paul Bocuse mi spinge a ricercare tra i ricordi degli anni '60, in pieno slancio di costruire e creare un ponte industriale tra Milano, Sardegna e Lione, stimolato da spunti di chimica, come le fibre acriliche, e di vita sociale come la Round Table, aperta solo ai giovani maschi fino al 40°, in espansione anche in Italia, a Milano la n° 1, a Lione già con due club. Sulle strade di Francia, la Citroen scarafaggio teneva le strade nazionali con la stessa grinta della Ferrari di Cino. Tu stavi per nascere a Busto, io marito dall'eclissi di febbraio del '61!
RispondiEliminaCiro era innamorato della cucina di Paul, a Lione, che rivedrò tanti anni dopo a Venezia, a un festival di gastronomia con l'Accademia Italia della Cucina e il dibattito con Gualtiero Marchesi, anche lui alla ricerca di fama con la sua interpretazione della Nouvelle! Auguro alla coppia il rilancio nell'Eden di due artisti dei sapori per la bocca e il cervello, orgogliosi maestri da ricordare per il piacere della tavole. Come tu riconosci, le parole d’ordine sono “rispetto, esigenza, generosità, etica” e la missione è unire la tecnica al savoir faire. Con tanto amore per il buon gusto!
Con tanto amore per il ritorno al tuo blog rosso!
Xoxo