Ovvero, gli ormoni della felicità
Immaginate
un bambino nato e cresciuto nel Giappone degli anni ‘40. L’educazione
tradizionale estremamente rigida cui è stato sottoposto, prevedeva che venisse
regolarmente legato ad un albero in un bosco per un giorno intero; che restasse solo di notte in montagna
a contemplare le stelle; che giacesse a lungo sotto una cascata gelida fino a
perdere i sensi; che digiunasse per una settimana con il permesso di bere
solamente acqua. E molto altro ancora.
Non
stupitevi. In Giappone, questi sono stati a lungo esercizi d’ordinaria
amministrazione, con cui introdurre i bambini alle pratiche ascetiche. Lacrime
e smarrimento sarebbero destinati a tradursi progressivamente in forza
interiore e gioia di vivere.
Uno
di questi eroici bambini si chiama Shigeo Haruyama. Protagonista ed erede di
queste tradizioni, è nato a Kyoto nel 1940 da una famiglia fortemente imbevuta
nell’arte medica orientale e, oggi, è uno dei medici giapponesi più affermati
nel mondo. Chirurgo, esperto di agopuntura, moxa, shiatsu e direttore di una
clinica di successo dedicata alla salute psicofisica e alla prevenzione dell’invecchiamento,
il Dottor Haruyama è anche uno scrittore dallo stile gentile ed essenziale, in
perfetto stile nipponico. Con il suo libro “La
rivoluzione della salute”, di
Macro Edizioni, ha venduto oltre 5 milioni di copie solo nel suo paese.
I
segreti del successo professionale di quest’uomo trapelano da queste pagine che
mescolano piacevolmente vivaci aneddoti sulla sua vita personale e insegnamenti
pratici volti a sconfiggere lo stress e mantenere a lungo un cervello attivo in
un corpo altrettanto longevo e sano. Il Dottor Haruyama intreccia le antiche
discipline orientali con i metodi diagnostici occidentali più all’avanguardia,
per curare e guarire non solo chi già soffre ma anche i mibyo, che in giapponese significa chi non è non ancora malato.
Come
curare, dunque, i mali della vita moderna e come prevenire i danni che lo
stress provoca? La terapia del dottor Haruyama si basa sui cosiddetti ormoni della felicità. Non si tratta di
elisir magici ma di sostanze chimiche spontaneamente secrete dal nostro
cervello che suscitano in noi sensazioni piacevoli e appaganti, vere e proprie
morfine cerebrali. Se ne conoscono almeno venti ma i principali sono l’adrenalina,
la noradrenalina, la beta-endorfina e l’encefalina. La liberazione di questi
ormoni dipende dall’atteggiamento interiore con cui si affrontano le situazioni
e ci si relaziona alle persone. Banalmente detto, avere buoni pensieri, scatena
buoni ormoni. (Meglio ancora sarebbe frequentare ‘buone persone’ ma questo non è
sempre concesso!)
Questa
formula sembra essere scientificamente dimostrata, almeno per ora, e il Dottor
Haruyama la sfrutta prescrivendo ai clienti la sua ‘confezione tripla’:
alimentazione, movimento e meditazione. Una corretta alimentazione per liberare
le endorfine; un equilibrato movimento per sviluppare i muscoli; la meditazione
per stimolare le onde alfa che albergano nell’emisfero cerebrale destro,
responsabili del senso di rilassatezza e beatitudine.
Una
simile rivoluzione psicofisica, presupposto per vivere a lungo in salute, non è
un miraggio e si ottiene praticando esercizi molto più godibili (anche per chi
non è masochista) del digiuno forzato e della sottomissione al gelo di una
cascata. Leggendo questo libro, troverete perciò qualche buon consiglio su come
aspirare alla veneranda età di 125 anni in gran forma psicofisica. Inoltre,
scoprirete perché gli intellettuali e gli amanti dell’amore fisico sembrano
essere decisamente avvantaggiati in questo lungo cammino che pare non avere
limiti nella ricerca del piacere.
Attività
intellettuale e sano sesso sono, infatti, gli ingredienti indispensabili per
arrivare al traguardo colti, appagati e felici. In una parola, vivi!
Tofu, miso e yuba
Per
quanto riguarda l’alimentazione, invece, il dottor Haruyama insiste sul
benessere apportato da un particolare tipo di cibo tradizionalmente orientale, ma
ormai diffuso anche in Occidente, ricavato dalla soia: il tofu. Volgarmente detto ‘formaggio di soia, il tofu deriva dalla
cagliatura delle componenti proteiche del latte di soia, separate tramite un
procedimento di riscaldamento o scrematura. Da cibo prediletto dei monaci buddisti,
il tofu è declinato in mille ricette in tutto il mondo e alla mistica seduzione
esotica ha aggiunto la fantasia culinaria internazionale. Altri due cibi
derivati dalla soia e ugualmente virtuosi, ma meno diffusi in occidente, sono
il miso e la yuba. Il miso è un condimento giapponese estratto dai semi di soia
dopo una fermentazione di mesi da cui si ottiene una pasta che va dal giallo al
marrone chiaro. Il miso è la base di una zuppa molto apprezzata in Giappone,
tanto che spesso rappresenta il primo pasto della giornata. La yuba, invece, si
ottiene portando a ebollizione il latte di soia: il calore produce una superficie
cremosa e densa composta dalle proteine e dai lipidi della soia. Questo strato
viene schiumato e fatto essiccare fino a formare delle foglie giallognole, che
in giapponese si chiamano yuba, appunto.
Dopo
aver letto La Rivoluzione della salute
del dottor Haruyama mi sono sentita decisamente rincuorata: nutrendomi di tofu
regolarmente e praticando le sopraddette attività q.b. ogni giorno, mi sento
candidata a diventare una centenaria sana e felice !
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