I luoghi sono come le persone. Unici, incomparabili,
espressioni di un’anima che non trova in un’altra il suo eguale.
Anche quando è lo stesso mare a carezzare i profili di due
terre, quella carezza d’azzurro non può uniformare il carattere di due
manifestazioni di vita tanto diverse.
Così, i ricordi ancora caldi di una Sardegna puntualmente
impeccabile con le sue vetrine di cobalto e pailettes si fanno tenui accanto
alle emozioni ancora palpitanti di una Sicilia immancabilmente accogliente con
il suo abbraccio di sole e di vento.
Un vento che, come il mare, parla due linguaggi diversi,
anche a breve distanza.
E se quello impetuoso, bevuto sfrecciando veloce verso la
bella Budelli…o quel che di essa resta … mi lascia una sensazione di compiuta sazietà,
quello gentile, goduto sulle ali di vele leggere verso una Favignana sempre fedele
a sé stessa mi infonde un profondo sentimento di continuità.
Qualcosa di familiare, di bello e di buono, qualcosa che manca e che tuttavia resta, contemporaneamente.
Come avere afferrato al lazo un tesoro prezioso, tanto prezioso quanto
inatteso, che non si vorrebbe lasciare scappare eppure che non si potrà mai
possedere. E’ un vento tiepido questo che langue, un vento che come un filo invisibile
allaccia momenti, sguardi, parole, pensieri, desideri...
Sarà forse il vento delle Egadi, così familiare, così bello, così buono... che con la sua gentile
carezza resta un’invisibile presenza.
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