Ho
consumato gran parte di questa domenica pomeriggio a letto, insieme a uno
scrittore che amo. Lo amo a tal punto che quando sto con lui dimentico il mondo
e il tempo, divento pigra e mi abbandono completamente, sedotta dalle sue parole.
Cos’avrei potuto chiedere di meglio oggi? Fuori, una pioggerella insolente
bussava alla mia malinconia, invano nonostante la sua insistenza. Dentro,
invece, grazie al mio complice compagno, la stanza s'è colorata tutt’a un
tratto d’un azzurro chiarissimo, infantile, come se mi trovassi improvvisamente
immersa nell’acquerello di un bambino ... il letto s'è fatto mare e sul
soffitto i gabbiani hanno cominciato a danzare nel vento ridendo di me, di noi
distesi quaggiù, immobili sotto le loro ali bianche, e un profumo di libertà ha
preso a inebriare sempre più i miei sensi…
Quando
sto con lui succede sempre così! Questa volta, mi ha portato via in treno,
senza alcun preavviso. Il ritmo del treno si è impossessato di noi … una cadenza regolare sul cui sottofondo si
inserivano, come le parole delle canzoni, spezzoni di frasi, ricordi, immagini
che scorrevano davanti agli occhi, una casupola dorata in aperta campagna con
una donna grassa che faceva il bucato, un capostazione che agitava la
bandierina rossa in una stazione giocattolo … Siamo, così, fuggiti da una
Parigi scompigliata da schiaffi d’aria gelida, per ritrovarci nel tiepido sud
della Francia, tra i profumi speziati di Marsiglia e i tramonti rosa di Nizza.
Qui, anche l’inverno più rigido odora di primavera ed è facile lasciarsi andare
alla dolcezza dell’oblio, giocare all’adolescenza e farsi sordi al richiamo del
presente …
Lui,
il mio compagno di viaggio di oggi, è Georges Simenon. Ho trovato il suo ultimo
libro questa mattina in libreria e, appena ho potuto, mi son rifugiata nella
mia stanza, ho chiuso fuori il mondo e ho bevuto quelle pagine in un sol sorso,
rivivendo le atmosfere romantiche e sensuali che sempre animano i suoi
racconti.
Mi
pare un dono, ogni volta che esce un romanzo di un autore che amo, a maggior
ragione se scomparso. Sa di miracoloso. E’ come se si trattasse di un amante
che arriva ogni volta puntuale a un tacito appuntamento, sempre con una
sorpresa, ogni volta diversa eppure immancabilmente fedele al suo stile, per
stupire ma, al tempo stesso, rassicurare la sua innamorata di sempre. E, come
ogni amante che si rispetti, non delude mai le attese, anzi … supera se stesso
ad ogni incontro.
Questo
libro, edito da Adelphi, s’intitola “La
fuga del Signor Monde” e fu scritto da Simenon nell’aprile del 1944, in
Vandea. Racconta la storia di un ricco parigino, il signor Norbert Monde, che
il giorno del suo quarantottesimo compleanno decide di cambiar vita per
cominciare a vivere finalmente la sua. Cosa che avrebbe voluto fare sin da
ragazzo, senza, però, trovare mai il coraggio. Il sole ebbe un ruolo fondamentale quel giorno… Dopo molte
peripezie, il signor Monde riprenderà la sua identità, senza però essere più la
stessa persona. Sarà un uomo libero, senza
più fantasmi né ombre, capace di guardare la gente negli occhi con fredda
serenità.
Il
manoscritto apparve solo un anno dopo, nel ’45, e Jean Renoir lo trovò
magnifico, tanto da volerne trarre un film.
Io questo bellissimo film l’ho
vissuto oggi, nell’intimità del mio letto, anzi … del mio mare, e ora che i
gabbiani si son rassegnati al riposo della notte, a me pare ancora di
girovagare a braccetto con Simenon per le infinite sfumature del suo acquerello
…
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