Poche cose al mondo riescono ad
accendere tutti i cinque sensi in un’appassionata sinfonia del piacere. E lui, per me, possiede questa misteriosa
virtù: sa solleticare sensazioni forti e contrastanti, coinvolgendole in un
concerto eccitante e inconfondibile. Lo riconoscerei tra mille, persino ad
occhi chiusi!
Il suo colore è scuro, nero e lucido
come l’ebano africano, dalla grana preziosa, compatta e fine; al tatto è duro,
tenace e resistente ma docile e arrendevole quando viene solleticato dal
desiderio; l’aroma è un effluvio denso e penetrante, che rimanda a misteri di
terre lontane e risveglia istinti primordiali; il gusto è un’onda calda e
persistente, una dolce carezza che scivola in un sentore sempre più amaro,
ruvido e pastoso; infine, il suo sottile frantumarsi riecheggia come la
bacchetta di un direttore d’orchestra, che prolunga un crescendo ritmico
sensuale verso l’inesorabile amplesso melodico.
Se lui
fosse una sinfonia, sarebbe certamente il Bolero di Ravel, da gustare ad occhi
chiusi, così incalzante e coinvolgente da desiderare non finisca mai. In
realtà, non sto parlando di un brano musicale erotizzante, né di un’allusiva
danza rituale ma del cioccolato più sublime che abbia mai assaggiato. Amaro al
99%, dal carattere forte e deciso, seducente corruttore e diabolico tentatore.
Una sferzata di energia che scatena il piacere e invita alla perdizione. Certo,
non è un tipo facile lui. Ha una
struttura complessa e raffinata che non asseconda tutti i gusti e, forse, è
proprio questa sua personalità sofisticata a renderlo oggetto di desiderio da
parte dei palati più esigenti. Alcuni intenditori consigliano di corteggiarlo
gradualmente, piano piano, educando il gusto a cominciare da un’amarezza pari
al 50%, poi al 65, fino all’80. Dopo di che, forse, si è in grado di affrontare
con consapevolezza l’eccellente squisitezza del cioccolato amaro al 99%.
Per me è stata un’attrazione fatale, un
innamoramento al primo assaggio e, incurante d’ogni cautela, ho sfidato
direttamente il piacere più nero, rimanendo irrimediabilmente rapita da
quest’invito divinamente peccaminoso. Non è semplicemente il sapore ad essere
sorprendente ma la sua misteriosa seduzione sta nel punto di congiunzione tra
scioglievolezza, aroma, consistenza e temperatura. Quando quel sottile
quadratino nero s’infila in bocca e trova il contatto con il palato, resiste a
mala pena alle sapienti circonvoluzioni della lingua e perde poco a poco la sua
robustezza e la sua solidità, per liquefarsi lentamente in un effluvio pastoso,
tiepido e vellutato. Questa lentezza nell’assaporare lascia tutto il tempo alle
narici di accogliere le particelle odorose sprigionate dall’esuberanza del
cacao, amplificate dal calore della bocca, e così si sprigiona quell’amalgama
orgasmico di sensazioni che poche altre cose al mondo offrono.
L’unico senso, che questo delizioso
peccato di gola non risveglia in me, è quello di colpa! Sì, perché
contrariamente a quel che si possa pensare, il cioccolato amaro, anzi
amarissimo, è un toccasana per la salute e non esiste un ragionevole motivo per
privarsi di un tale godimento. I suoi benefici effetti non sono più un segreto
ormai e stanno racchiusi in una chimica affascinante che, senza nulla togliere
alla poesia del piacere, ne spiega scientificamente le origini.
L’attrattiva del cioccolato risiede in
certi elementi propri dei semi di cacao, chiamati polifenoli, presenti anche
nella frutta, nella verdura e nel vino rosso, cibi altrettanto salutari ma, per
molte persone, non così golosi come un cioccolatino nero. I polifenoli e i
flavonoidi presenti nel cacao sono degli straordinari antiossidanti, in grado
di neutralizzare quei terribili radicali liberi, responsabili
dell’invecchiamento del corpo e soprattutto del cervello. Purtroppo, i radicali
liberi s’insinuano inevitabilmente nel nostro organismo, perché sono un
prodotto fisiologico secondario dell’inspirazione di ossigeno, insomma un
effetto collaterale della vita stessa. Ma pensate: una barretta di appena
quaranta grammi di cioccolato amaro sembra possedere tanti polifenoli e
flavonoidi quanto una tazza di tè, anch’esso ottimo antiossidante, e ha il
valore aggiunto di solleticare un piacere molto più intenso e prolungato. Non
so cosa succederebbe immergendo una bustina di tè nero in una tazza di cioccolata
fondente. Forse il risultato sarebbe un’accozzaglia improponibile di sapori ma
certamente avremmo a disposizione una bomba preventiva contro colesterolo
cattivo, malattie cardiovascolari, molte forme tumorali, indolenza neurale e
persino tristezza e depressione. E non è affatto provato, oltretutto, che il
cioccolato amaro induca assuefazione e, peggio ancora, sovrappeso, perché i
suoi grassi sono principalmente grassi saturi e l’acido stearico presente in
abbondanza si converte in acido oleico, puro nettare per l’organismo. Qualche
scienziato sostiene persino che mangiare cioccolato amaro aiuti a vivere di
più. Non so se questo sia vero ma sicuramente aiuta a vivere meglio!
Insomma, non si può certo avere tutto
dalla vita ma se a questo piacere, amorevolmente amaro al 99%, si aggiungesse
un 1% di dolce compagnia, allora questa piccante danza dei sensi spiccherebbe il volo verso un
culmine altrettanto esplosivo di quello degli orgiastici tromboni di
Ravel.
Provare per credere!
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