martedì 4 settembre 2012

Sesso, pillole e menta piperita




In fondo, tutto ebbe inizio dall’offerta di una Mela.
A pensarci bene, è stato questo il primo spot pubblicitario della storia umana. L’abilità del biforcuto venditore non fu quella di perder tempo a decantare l’ovvia bontà del frutto, quanto quella di promettere straordinari poteri a chi l’avrebbe mangiato.
Da allora, mezzi di comunicazione a parte, poco è cambiato. “Dai inizio alle danze!” è, ad esempio, il messaggio ammiccante di un recente spot pubblicitario americano. Sullo schermo, una coppia, romanticamente abbracciata su una bella spiaggia, invita i telespettatori non a ballare, come il messaggio suggerirebbe, bensì ad acquisire super poteri amorosi comprando una specie di pillola magica: il Viagra!
Ebbene sì, il Viagra e i suoi fratelli, Cialis, Levitra & Co., hanno rivoluzionato la sessualità maschile, un po’ come la pillola anticoncezionale fece, per altri versi, con quella femminile. Questi prodotti sono sempre più diffusi in tutto il mondo, tanto che dall’uso per necessità s’è passato presto all’abuso per voluttà. In alcuni Stati americani, a chi acquista una confezione di pillole blu, viene consegnata in omaggio una carta fedeltà che dà diritto al cliente ad avere una scatola gratis su sette. L’accoglienza naturale di un fenomeno che, forse, andrebbe affrontato con maggior cautela, incoraggia sempre più uomini d’ogni età ad affidarsi a simili espedienti chimici per tenere alto il proprio entusiasmo sessuale, anche quando, forse, non ce ne sarebbe alcuna giustificata necessità. Un amico mio, non più giovanissimo ma con una vitalità naturale da fare invidia ai miei coetanei, ha commentato scettico quest’abitudine, percependola da un lato come indolenza e scarsa fiducia in sé, dall’altro come un ‘tradimento’, una specie di imbroglio nei confronti della donna che, forse, preferirebbe sapersi artefice dell’eccitazione del compagno, piuttosto che un effetto collaterale. Sono d’accordo con lui, preoccupata dal fatto che tanta ostentata sicurezza inaridisca la fantasia, la seduzione e il gioco. Eppure, a sentire i pareri dei più, e non solo maschili, non c’è dubbio: con la pillola blu è tutta un’altra storia! Nessuna perdita di tempo, nessuna ansia da prestazione, insomma, nessun timore di cadere in … fallo!
Psicologi e sociologi avrebbero molto da dire in proposito e sarebbe interessante indagare l’argomento più in profondità. Ora invece, senza grandi pretese, vorrei solo far notare che guardando il fenomeno da più lontano e da un punto di vista tendenzioso forse, perché femminile, le società patriarcali, coltivando nei secoli una vera e propria adorazione ossessiva per la virilità e i suoi simboli, hanno messo sempre più a dura prova gli uomini e, anziché confermare il loro prorompente machismo, li hanno ficcati nei guai. Ecco perché in tutte le ‘fallocrazie’ d’ogni tempo, compresa la nostra (nonostante le sempre più conclamate confusioni e ambivalenze sessuali) gli stimolanti erotici artificiali sembrano essere diventati il vero mito maschile, spodestando definitivamente la naturalezza del leggendario Priapo.
Quello delle pillole stimolanti, dunque, è solo il traguardo più recente della spasmodica ricerca della perenne virilità, perché lo studio di afrodisiaci, intrugli erotizzanti e pozioni amorose è storia millenaria, affascinante e spesso tragica. Ma cosa sono esattamente gli afrodisiaci?
Secondo la mitologia greca, Urano padre dei Titani, venne castrato dal figlio Crono, il quale gettò poi i genitali in mare scatenando i suoi tremendi flutti. Dalla spuma del mare (aphros in greco) nacque Afrodite, dea dell’Amore e madre di Eros, in seguito battezzato Cupido dai Romani. Da qui proviene il termine ‘afrodisiaco’ che riassume un concetto piuttosto che un oggetto, indicando quell’alchimia complessa e fascinosa attraverso la quale si cerca di ottenere l’aumento della libido, della virilità e del piacere.  Nel suo seducente libro ‘Afrodita’, Isabel Allende, che di ricette magiche e di eros è maestra, parla poeticamente degli afrodisiaci come un ponte gettato tra gola e lussuria, in cui è l’immaginazione degli amanti a giocare il ruolo chiave, quale tenace demone tentatore, senza il quale l’amore sarebbe senza colore né sapore.
Se oggi la chimica delle pillole ha rimpiazzato gran parte del gioco psicologico che avrebbe svolto l’immaginazione in passato, nell’antichità gli alchimisti dell’Eros dovevano affrontare molti problemi e incognite e, forse, se avessero conosciuto la formula di Viagra e Cialis avrebbero reso felici gli uomini risparmiando moltissime vite. Essi hanno studiato per secoli intrugli procedendo per azzardi e approssimazioni, affidandosi alla natura con creatività, intuito e fantasia, regalando così alla storia una nutrita serie di aneddoti grotteschi e intriganti. Moltissime ricette afrodisiache, infatti, sono sopravvissute nella tradizione orale e continuano a sorprendere, anche per le tragiche sorti costate a molti personaggi e a moltissimi animali inutilmente sacrificati. Alcune formule vengono sfruttate ancora oggi in alcune parti del mondo, quali strascichi di abbagli più o meno consolidati che, senza far concorrenza alle attuali pillole, continuano ad alimentare bizzarre leggende popolari.
Si sa, per esempio, quanto siano state decantate le secrezioni di un rospo, il Bufo, per gli straordinari effetti euforici e allucinatori, davvero eccitanti forse, ma anche fatali. Ciò nonostante, capita ancora oggi, specie in alcune zone dell’Australia, di sentire qualche esaltato (senz’altro sprovvisto di pillole blu) che si mette suo malgrado a leccare uno di quei grossi batraci viscidi, anelando a una millantata estasi amorosa e rimediando tutt’al più, se fortunato, un ricovero in ospedale.
Anche la mosca spagnola, la cantaride, ha una storia analoga. Da essa veniva estratta la cantaridina, una delle pozioni d’amore più diffuse, potenti e pericolose utilizzata per migliaia di anni. Questa sostanza veniva estratta dal corpo essiccato della Lytta vescicatoria, così chiamata perché provoca vesciche cutanee aumentando contemporaneamente la pressione sanguigna ai genitali. Questo produce una piacevole sensazione d’eccitazione fino, però, a stimolare dolorose manifestazioni di priapismo. E’ simile all’effetto delle foglie di menta strofinate sulle parti intime maschili più sensibili, da quanto ho letto in un libro di Gutierrez, giovane scrittore cubano probabilmente goloso di mojitos, cocktail alcolico il cui tocco magico è dato appunto da piccanti rametti di hierbabuena, altrimenti detta menta. Nonostante sia tossica e considerata illegale, la cantaridina continua ad essere spacciata in alcuni paesi sotto falsi nomi, così come sembra essere praticato l’uso alternativo delle foglie di menta a Cuba.
Analogamente, la bizzarra abitudine di ingerire coleotteri vivi, diffusa nel Sud-est Asiatico, e di inghiottire le cimici del bacio (o triatomine) in Messico, si basa sugli stessi principi leggendari. E, per la serie paese che vai usanza che trovi, in alcuni paesi arabi si usa estrarre l’ambreina dal tratto digerente dei capodogli, perché questa sostanza aumenta le concentrazioni di certi ormoni, tra cui il testosterone, stimolando gli uomini a copulare forsennatamente con conigliesca innocenza. Effettivamente, l’ambreina è uno stimolante sessuale comprovato, utilizzato anche come fissativo nella formulazione di profumi e, testato in laboratorio sui ratti, li trasforma in veri e propri torelli da monta. Peccato, però, che i capodogli siano invece mansuete creature e appartengano ad una specie protetta e in via d’estinzione.
Migrando dal regno animale a quello vegetale, il mito più leggendario sopravvissuto fino alla storia recente è, forse, quello dell’assenzio, o ‘fata verde’. Considerato erotizzante fin dall’epoca greca, questo liquore estratto dall’omonima pianta, era talmente tossico in alcune sue versioni che nel 1915 fu proibito in Francia, dove aveva regnato a lungo come bevanda prediletta di intellettuali e artisti di Place Pigalle, perché sembrava evocasse mirabolanti muse. In realtà, provocava spasmi muscolari e gastrici e un suo consumo smoderato portava alla paralisi e persino alla morte, non prima però (forse) d’aver concesso a chi lo bevesse indicibili piaceri. La ‘fata verde’ ha comunque seminato uno strascico affascinante nella letteratura e nell’arte, soprattutto della Francia decadentista, e ha recentemente goduto di un controverso revival anche grazie al film Moulin Rouge.
Senz’altro più salutare, anche se meno spettacolare, è il ginseng asiatico, che agisce direttamente sul sistema nervoso centrale e di conseguenza si riflette sui tessuti genitali, grazie al rilascio di ossido di azoto (esattamente come per il Viagra). Il ginseng è anche un adattogeno, cioè un prodotto naturale che migliora le prestazioni fisiche e la resistenza a stress e invecchiamento, se usato con oculatezza e moderazione. Le sue virtù sembrano essere superate solo dal ginkgo bilboa, l’albero cinese fonte di un potentissimo antiossidante in grado di migliorare la circolazione sanguigna, la memoria e la concentrazione e, oltretutto, entrambe non necessitano di prescrizione medica, come invece è necessario per un analogo stimolante naturale, la yohimbina, estratta dalla corteccia di yohimbè.
Tutti questi estratti naturali, e molti altri ancora, non fanno certo concorrenza a Viagra, Cialis e compagnia bella ma con loro hanno in comune un fatto: mirano all’esasperazione del vigore sessuale esclusivamente maschile. Tuttavia, senza bisogno di ricorrere a improbabili pillole rosa, ho scoperto che anche per la donna esiste un coadiuvante naturale dell’eccitazione. E’ la L-arginina, un amminoacido da cui si ricava l’ossido di azoto: pare sia un efficace regolatore del tono del tessuto muscolare liscio e uno stimolatore del flusso sanguigno in tutte le sue aree, anche quelle più delicate e intime. Quindi …
Tuttavia, non essendo un’esperta, lascerei la parola a medici, scienziati, neurologi e psicologi per considerazioni competenti e più approfondite. Tornerei, invece, a quello che Isabel Allende considera essere l’anima dell’erotismo, sia per l’uomo che per la donna: l’immaginazione, unico vero afrodisiaco gratuito e privo di effetti collaterali noti, in grado di accendere il nostro primo vero organo sessuale, ovvero il Cervello! Sarò banale ma immaginate, appunto, una cena romantica: l’intimità della luce delle candele, la musica soft lievemente diffusa, il profumo di lui, i bisbigli di lei, gli sguardi che s’incontrano, le dita che si sfiorano, le punte dei piedi che si cercano, l’attesa della conquista che avanza con dosato pudore ...  Se la conversazione è il sesso dell’anima, come qualcuno ha detto, lo sguardo è il petting e il corteggiamento a tavola resta per me uno dei più potenti e salutari intrugli afrodisiaci di tutti i tempi. Il cibo, in questo caso, ha un ruolo strategico perché diventa nutrimento non solo del corpo ma anche del desiderio, senza per altro essere necessariamente peccaminoso come l’originale Mela! Perché non giocare più spesso, quindi, con il proprio amante, sfruttando tutti quegli stimoli che naturalmente sgorgano dalla complice condivisione di sapori, profumi e aromi, pungolando l’eccitazione con l’immaginazione, anziché arrendersi alla chimica della scienza?
Alcuni cibi sono afrodisiaci di per sé, per le sostanze che contengono. Ma, più spesso, l’effetto afrodisiaco è frutto del gioco allusivo delle forme, come per le ostriche che evocano l’intimità femminile, o gli asparagi che richiamano quella maschile. Altri alimenti son considerati afrodisiaci per suggestione, come certe parti di animali di cui si osa nutrirsi con l’idea magica e un po’ perversa di poter acquisirne l’energia virile, brutale, primordiale.  Tuttavia, senza bisogno di mangiare testicoli di toro o svenarsi per un vassoio di coquillage, è facile inventare menù erotizzanti con i cibi più semplici e genuini che la natura ci offre. Avocado, banane, fichi, uva, mandorle e mele … asparagi, cavoli, carciofi, sedano, peperoni e peperoncino … uova, formaggi e cioccolato … olio, vino e miele! Ognuno di questi cibi, senza essere snob e ricercato, nasconde in sé un’alchimia afrodisiaca in grado di scaldare il desiderio erotico, se alimentato dalla fiamma dell’immaginazione.
Ma, che ci crediate o no, uno degli alimenti realmente afrodisiaci, in virtù delle sue qualità organolettiche, è paradossalmente anche il primo nemico del bacio, preludio del sesso: l’aglio. Sì, l’aglio era ritenuto erotico, sacro e ricostituente già dai Greci, tanto che lo raccomandavano anche agli atleti prima di affrontare le gare durante le Olimpiadi. Effettivamente, oggi si sa che l’allicina contenuta nei suoi spicchi prepotentemente odorosi aumenta l’afflusso di sangue agli organi sessuali, amplificando la libido di uomini e donne.
L’inconveniente è che, per ovviare gli inevitabili disagi, è consigliabile condividerne equamente il consumo a tavola e, possibilmente, alla fine della romantica cena a lume di candela, è bene scambiarsi una o due pasticche di menta piperita da sciogliere in bocca, prima di dare inizio alle allusive danze. Tuttavia, se un uomo proprio non se la sentisse di offrire alla sua partner un bel piatto di spaghetti aglio, olio e peperoncino, con annesse mentine come dessert, e scegliesse la scorciatoia della pillola blu, si ricordi almeno della saggezza degli antichi padri che, riguardo a tutte le faccende umane, consigliava cautela e ponderazione, facendo tesoro del famoso detto: “Cum grano salis” … o, in questo caso, del più moderno slogan: “Cum grano Cialis”!
Insomma, per dirla con Cicerone, “O tempora o mores!”

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